Dichiarazioni del delegato Nazionale O.S.A.P.P., dr. Claudio CARUSO: “Mentre il Comune di Cosenza pensa da ultimo di dotarsi della figura del Garante locale dei detenuti, la Casa Circondariale di Cosenza soffre di una carenza indicibile di personale di Polizia Penitenziaria che costringe i poliziotti del luogo ad una turnazione altamente ed oltremodo stressante e routinaria , garantendo a singhiozzo le attività connesse al trattamento penitenziario, con la consapevolezza di una carenza di organico ormai strutturale che rende deficitaria la sicurezza e con una sorveglianza sulle attività della popolazione detenuta caratterizzata da forte discontinuità. Nessuno è tenuto all’impossibile, ma al carcere di Cosenza si devono fare turni massacranti con uno o più piani accorpati, diluendo la vigilanza secondo l’occorrenza, come se fosse un optional al quale potere rinunciare. NEL CARCERE DI COSENZA SERVONO ALMENO QUARANTA AGENTI IN PIÙ PER GARANTIRE L’ORDINE E LA SICUREZZA, che sono poi il necessario presidio affinché una figura sicuramente importante come quella del garante locale dei detenuti, abbia davvero qualcosa su cui concretamente vigilare. In assenza di agenti, infatti, non solo le attività vengono compromesse e svuotate di significato, ma la stessa sicurezza diventa approssimativa sia all’interno della carcere che all’esterno nei servizi di traduzione e piantonamento che vengono effettuati e garantiti, privando i poliziotti del diritto al riposo. Cose che questa Città e questa Regione non si possono assolutamente permettere.
Un aggravio di responsabilità sulle spalle di ogni singolo poliziotto con le maglie della sicurezza che inevitabilmente si allargano, lasciando spazio ad eventi critici di una gravità potenziale inaudita con conseguenze irreparabili per il personale interessato e per la struttura. Dopo molti anni il Carcere di Cosenza attende che la sua pianta organica sia adeguatamente rinforzata. Che il Ministro Carlo Nordio ed il sottosegretario Andrea Del Mastro Delle Vedove, prendano atto di questa richiesta, rimasta per troppo tempo quale frutto di vane promesse elettorali.”