Il Consigliere Comunale Francesco Caruso commenta l’assoluzione in secondo grado di Mario Occhuto nel procedimento che lo vedeva coinvolto nell’ambito dell’inchiesta denominata “Rimborsopoli Cosenza”:
“Esprimo soddisfazione nell’apprendere della pronuncia della Corte di Appello di Catanzaro che,
confermando la sentenza di primo grado, assolve con formula piena Mario Occhiuto, già Sindaco di
Cosenza e attuale Senatore della Repubblica, dalle accuse a lui mosse nell’ambito dell’inchiesta
denominata “Rimborsopoli Cosenza”. Chi ha avuto il privilegio di operare insieme al Senatore
Occhiuto per il bene della città, condividendo e sostenendo un’azione amministrativa efficace
condotta per dieci anni all’insegna della limpida liceità, non ha mai avuto dubbi su una verità
ristabilita da un’ulteriore, scontata sentenza che, però, non potrà mai cancellare i sentimenti di
angoscia e il senso d’impotenza di chi, consapevole di non aver commesso alcun reato, è stato
costretto non solo a vivere l’esperienza di un ingiusto procedimento giudiziario ma anche a
sopportare il clima di sospetto, diffamazione e gogna mediatica volutamente creato da avversari
politici e detrattori. Nei suoi riflessi politici, la sentenza in questione è da leggersi congiuntamente a
quella di assoluzione di tutti gli imputati interessati dal procedimento per i presunti “appalti
spezzatino” (che pure non vede coinvolto alcun amministratore): è evidente la prova che l’attività di
dieci anni di amministrazione, da parte dell’allora Sindaco e dell’intera squadra di Assessori e
Consiglieri Comunali di maggioranza, è stata condotta all’insegna della trasparenza e della
correttezza amministrativa. Un decennio amministrativo che ha segnato una formidabile stagione di
ripensamento complessivo dell’idea stessa di città, aprendo Cosenza verso un futuro ispirato alla
sostenibilità, alla socialità e all’innovazione urbanistica ma che, proprio per questo, ha suscitato al
contempo l’invidia e l’odio politico che hanno animato le distorte strategie di avversari privi di alcuna
capacità ma forti di relazioni utili a condizionare vicende e clima, con un’azione, rivelatasi poi anche
efficace, volta ad interrompere un percorso che avrebbe meritato invece maggiore continuità. E’
inevitabile accostare quel clima a quanto avviene oggi in città: quotidianamente, assistiamo ad un
atteggiamento dell’attuale amministrazione mirato a cancellare le cose belle realizzate dalla
precedente: opere già compiute (nevralgiche per le dinamiche di sviluppo dell’area urbana)
abbandonate all’incuria e al degrado, progetti già finanziati e affidati alle imprese esecutrici (destinati
a cambiare il volto di Cosenza) tenuti nel cassetto e dimenticati nel loro aspetto attuativo,
sistematica denigrazione di ogni risultato ottenuto precedentemente (attraverso una narrazione, sul
piano mediatico, distorsiva della verità). Neanche il garbo istituzionale di riconoscere i meriti per
opere ideate ed intraprese nella precedente amministrazione i cui risultati, maturati temporalmente
in questo periodo, vengono rivendicati in via esclusiva dall’attuale Sindaco e dai suoi delegati. Sono
evidenze preoccupanti di un risentimento e di un’invidia politica che si sono manifestati anche in
occasione della vicenda giudiziaria richiamata in esordio. Leggiamo infatti, dell’accanimento e
dell’insistenza con cui il Comune di Cosenza, costituitosi parte civile nel processo, ha corroborato la
richiesta di condanna della Procura, rivendicando la confisca di un’ingente somma a titolo di
risarcimento. Non ci aspettiamo che il Sindaco spieghi il perché di questa determinazione, per una
causa che peraltro appariva pacificamente scontata nell’esito. Pretendiamo, però, che lo stesso
Sindaco spieghi ai cittadini perché, nell’ambito del processo “Reset” (il cui esito appare molto meno
scontato), egli abbia deciso di costituirsi parte civile escludendo analiticamente, tuttavia, proprio i
capi d’imputazione che interessano un assessore della sua Giunta (l’assessore coinvolto ha perfino
partecipato alla votazione della delibera). Se il Sindaco non fornirà argomentazioni convincenti,
resteremo purtroppo della triste convinzione che questi atti rivelano unicamente opportunismo,
ipocrisia, doppiopesismo rispetto a principi di legalità e trasparenza che sopravvivono unicamente
nei proclami e nelle intenzioni, rivelando invece la plastica dimostrazione che chi governa oggi la città
crede di poter fare tutto e il contrario di tutto, incurante del giudizio dei cittadini.