Dopo circa due ore di camera di consiglio, oggi alle 13 nell’aula bunker di Castrovillari la gup Fabiana Giacchetti ha pronunciato il verdetto per gli imputati che hanno optato per il rito abbreviato nel processo Reset scaturito dalla maxinchiesta della Dda di Catanzaro contro i clan federati della ndrangheta cosentina operanti a Cosenza e nell’hinterland. La pena piu’ alta, 20 anni, comminata, tra gli altri, a quello che è considerato il capo della presunta confederazione mafiosa: Francesco Patitucci. 20 anni anche per Luigi Abbruzzese, Marco Abbruzzese, Antonio Abbruzzese, Adolfo D’Ambrosio, Andrea Greco, Erminio Pezzi, Roberto Porcaro. A giudicare dalle condanne, regge l’impianto accusatorio. In alcuni casi, infatti, ripetto alle richieste avanzate dal pm, le pene sono aumentate. 119 imputati hanno scelto l’abbreviato. 38 le assoluzioni, tra queste quelle di Francesco De Cicco e Paolo Pisani. Nel corso del dibattimento l’accusa ha ricostruito episodi e reati contestati ad alcuni dei presunti menbri della confederazione di ‘ndrangheta, formata dai gruppi criminali Lanzino – Patitucci, Abbruzzese “banana” e Presta.
Processo Reset: la sentenza conferma l’impianto accusatorio
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