Lande Desolate, Zinno torna in libertà

Anna Franchino


Disposto l’annullamento della misura cautelare dal Tribunale del riesame di Catanzaro, in parziale accoglimento dell’appello avanzato dai legali, dell’ing. Zinno nello svolgimento dei suoi doveri di dirigente regionale. Il manager della Regione Calabria coinvolto nell’inchiesta denominata “Lande desolate” della procura di Catanzaro.
“Ribadiamo ancora una volta quanto già rappresentato nella nostra istanza – scrivono gli avvocati di Zinno in un comunicato -l’informativa a supporto dell’ordinanza per le misure cautelari è parziale e fuorviante. Il nostro assistito, – continuano i legali – , tiene a ribadire la sua piena fiducia nella giustizia; abbiamo certezza che gli atti dimostreranno la correttezza delle sue azioni, sempre evidenziata in 40 anni di lavoro a servizio della pubblica amministrazione. Nessun trattamento di favore, per i comuni di Scalea e Pedace, nessun trattamento di favore tantomeno per l’impresa. Chiarezza sarà fatta ad iniziare dagli impianti sciistici di Lorica, dove l’azione della Regione e del nostro assistito ha prodotto la realizzazione di un investimento di 15 milioni di euro (con 11 mln di risorse pubbliche e 1,5 mln di risorse private spese in sei mesi – tra giugno e dicembre 2015), ed apertura dell’impianto, con collaudo e verifiche sulle opere eseguite, nel marzo 2018, nonostante tutti gli accadimenti, anche drammatici, che hanno interessato i lavori.Ancora – dichiarano i due legali – il Tribunale del riesame nel provvedimento sopra richiamato ha omesso di confrontarsi con una delicata questione giuridica, sollevata dall’Avv. Vincenzo Adamo nel corso della camera di consiglio che si è tenuta il 28 marzo u.s.” I difensori dell’ing. Zinno hanno contestato la competenza territoriale della Procura distrettuale di Catanzaro all’indomani della pronuncia del medesimo Tribunale del riesame che ha escluso l’aggravante mafiosa dall’intero contesto accusatorio. “Siamo soddisfatti per l’esito – hanno concluso i legali – ma ancora non paghi per quello che finora è emerso dai pronunciamenti finora occorsi nei confronti del nostro assistito, siamo sicuri che quando sarà il momento, davanti al giudice naturale, dimostreremo l’assoluta correttezza dell’operato del nostro assistito. Proporremo ricorso in cassazione avverso il presente provvedimento, anche al fine di ottenere risposta sulla questione di competenza territoriale sollevata e sulla quale non è stata data risposta”.

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