Cgil, Cisl e Uil della Calabria, in una nota congiunta, affermano di auspicare che il Consiglio dei Ministri in programma domani a Reggio Calabria “possa produrre provvedimenti e atti concreti per la soluzione di alcune delle tante emergenze regionali”. “Le debolezze strutturali del sistema economico, sociale e occupazionale calabrese – prosegue la nota – impongono politiche a sostegno della crescita, un nuovo ‘Pacchetto Calabria’, una nuova stagione di investimenti straordinari per dare futuro al lavoro. In particolare, chiediamo al Consiglio dei Ministri di assumere provvedimenti immediati su alcune vertenze ed emergenze. Per la sanità calabrese, affondata da anni di cattiva gestione locale, bisogna tuttavia riconoscere che il commissariamento non ha prodotto in questi anni gli effetti sperati. Registriamo, infatti, un progressivo smantellamento del sistema di offerta sanitaria, un peggioramento dei livelli Lea, un aumento della mobilità sanitaria passiva. L’incremento del deficit della sanità calabrese, rispetto al quale chiediamo sia fatta chiarezza, non può portare ad una nuova stagione di tagli, di lacrime e sangue, di addizionali ai livelli più alti d’Italia. I calabresi non possono subire oltre al danno la beffa. Di fronte alle storiche carenze degli organici, all’esodo dalla sanità di medici, infermieri e personale sanitario che sarà prodotto da Quota 100, bloccare il turn over o fissare termini perentori che renderebbero le assunzioni irrealizzabili, significherebbe infliggerà un colpo mortale a una Sanità che è malato cronico. Nel contempo – continuano i sindacati – crediamo che per dare dignità al lavoro, il Consiglio dei Ministri debba assumere provvedimenti concreti per il contrasto al precariato. In questa direzione, chiediamo al Governo di varare in breve tempo un provvedimento che contenga le risorse e il sistema di deroghe normative per consentire la definitiva stabilizzazione dei 4.500 ex Lsu-Lpu, i cui contratti a tempo determinato, sono stati, grazie alle nostre mobilitazioni, prorogati fino al 31 ottobre. Ma soprattutto, in una Regione che ha nel suo deficit infrastrutturale un grande freno allo sviluppo, bisogna sbloccare gli investimenti, aprire i cantieri, perché il lavoro prima di offrirlo devi crearlo. Per consentire al Porto di Gioia Tauro di diventare leva dello sviluppo regionale, valorizzando le sue enormi potenzialità, vanno realizzati gli investimenti previsti da anni per il bacino di Carenaggio, l’intermodalità, il gateway ferroviario, sbloccando i 150 milioni di investimenti fermi al Ministero dei Trasporti. Allo stesso modo, chiediamo l’apertura dei cantieri del terzo megalotto della Statale 106, Roseto-Sibari e i finanziamenti necessari a consentire, integrando le risorse già disponibili, il completamento degli altri macro-lotti preservando la tipologia di tracciato a 4 corsie. Inoltre è necessario un piano di investimenti pubblici e privati, attraverso rilocalizzazioni e nuovi investimenti con le partecipate pubbliche nazionali, da allocare nelle aree Zes (Zona economica speciale) già individuate. A oggi, per la responsabilità dei diversi livelli istituzionali, gli interventi previsti nel Patto per la Calabria – evidenziano i sindacati calabresi – sono in gran parte inattuati e i finanziamenti fermi. Occorre rimuovere gli ostacoli alla sua attuazione”. Per Cgil, Cisl e Uil il Mezzogiorno e la Calabria “sono una opportunità per il Paese, che ha il compito di ridurre gli squilibri, e non, invece, di ampliarli, muovendosi su una strada, quella del regionalismo differenziato e dei residui fiscali, che non sarà mai la nostra. La nostra di strada, invece – concludono Cgil, Cisl e Uil Calabria – ci porterà alla grande manifestazione nazionale unitaria per il rilancio del Mezzogiorno, che si svolgerà a Reggio Calabria il 22 giugno, per chiedere una nuova centralità e un nuovo protagonismo della Calabria e del Mezzogiorno”.
Cdm a Reggio, sindacati: “ci attendiamo risposte concrete”
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