Marziale: “in Calabria tanti minori vittime di ‘ndrangheta”

Anna Franchino


“Come la Campania, anche la Calabria conosce da vicino il ferimento e la morte di bambini a causa di ‘pallottole vaganti’, come l’indimenticato Nicholas Green, colpito a morte a 7 anni mentre transitava sulla Salerno-Reggio Calabria con i genitori e la sorellina, e quel che è peggio conosce l’atrocità di piccolini volontariamente e barbaramente trucidati come Cocò Campilongo, bruciato vivo perché testimone dell’omicidio del nonno, quando aveva appena 3 anni”. E’ quanto afferma, in una nota, Antonio Marziale, sociologo, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione. “L’elenco è lungo – prosegue Marziale – ed è il caso di ricordare, sia pur sommariamente, Domenica Zucco, 3 anni, colpita all’addome nell’agguato contro il padre; Concetta Lemma, 16 anni, uccisa a colpi di lupara; Cosimo Gioffré, 12 anni, ammazzato mentre dorme nel letto con la mamma; Giuseppe Bruno, 18 mesi, colpito da due pallettoni alla testa nell’agguato contro il padre; Salvatore Feudale, 10 anni, ucciso insieme al fratello; Michele e Domenico Facchineri, 9 e 10 anni, massacrati a colpi di lupara; Giuseppina Pangallo, 3 anni, assassinata mentre era in auto con la madre; Graziella e Maria Maesano, 9 anni, morte nell’agguato contro uno zio; Rocco Corica, 7 anni, sfigurato nell’agguato contro il padre; Pasqualino Perri, 12 anni, ammazzato in un ristorante in un agguato contro il padre; Giovanni Canturi, 13 anni, trucidato mentre accudisce gli animali insieme con lo zio, vittima designata; Domenico Cannatà, 11 anni, e Serafino Trifarò, 14 anni, morti in agguato destinato a congiunti pregiudicati; Gianluca Canonico, 10 anni, ferito a morte in un conflitto a fuoco mentre gioca a pallone nel cortile di casa; Michele Arcangelo Tripodi, 12 anni, sequestrato e ritrovato morto dopo 7 anni per vendetta trasversale; Marcella Tassone, 9 anni, freddata con otto colpi in pieno volto in un agguato contro il fratello; Andrea Bonforte, 15 anni, ucciso in un agguato contro il fratello; Letterio Nettuno, 15 anni, sequestrato torturato e sgozzato; Domenico Catalano, 16 anni, ucciso davanti ad un bar; Arturo Caputo, 16 anni, finito lungo la traiettoria di una pallottola vagante destinata a un pregiudicato mentre mangia una pizza in un locale; Saverio Purita, 11 anni, ammazzato e semicarbonizzato; Francesco Pugliese, 13 anni, e Luca Cristello, 14 anni, scomparsi e forse vittime di ‘lupara bianca’; Elisabetta Gagliardi, 9 anni, ammazzata insieme alla madre con due colpi di pistola in testa perché i killer cercavano il padre e non lo hanno trovato; Mariangela Ansalone, 9 anni, ammazzata insieme al nonno; Paolino Rodà, 13 anni, morto insieme al padre; Dodò Gabriele, 11 anni, ucciso da una pallottola vagante mentre sta giocando a pallone in un campo di calcetto”. “Questo lungo elenco – continua il Garante – dovrebbe indurre la società a riflettere su quanto efferata sia la criminalità, che non ha mai risparmiato i bambini e le donne a dispetto di certa falsa letteratura tendente a riconoscere ‘valori’ a sigle, come mafia, ‘ndrangheta, camorra, sacra corona unita, che nei fatti hanno dimostrato solo disprezzo e crudeltà verso inermi piccolini e mamme. Dovrebbe bastare questo elenco ad indurre i più giovani a rifuggire da logiche sub-culturali ingannevoli che nel cammino di vita assicurano soltanto galera o morte. Dovrebbe, infine, bastare ai legislatori affinché rivedano certi garantismi che finiscono per agevolare chi uccide e non a riconoscere giustizia a chi viene ucciso”.

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