Codacons: “esame dna su escrementi cani per punire proprietari”

Anna Franchino


Usare la prova del Dna come deterrente per imporre ai proprietari di cani severe sanzioni per la mancata raccolta degli escrementi distribuiti per le strade cittadine. E’ quanto propone il Codacons che invita i Comuni calabresi ad emettere un’apposita ordinanza in materia. “Nella regione tra cani e gatti – è detto in una nota dell’associazione – risultano registrati circa 140mila animali, così distribuiti: a Cosenza 47mila, a Reggio Calabria 37mila, a Catanzaro 27mila, a Crotone 15mila ed a Vibo Valentia 13mila. Purtroppo risultano inutili le norme che prevedono sanzioni, anche importanti, per i proprietari. Troppo difficile applicarle, troppo difficile cogliere qualcuno sul ‘fatto’. Eppure il legislatore ha previsto che chi decide di tenere un cane, debba assumersi la responsabilità delle azioni compiute dall’animale”. Da qui la proposta del Codacons. “Nulla di fantascientifico, anzi. Occorre – afferma il vicepresidente dell’associazione, Francesco Di Lieto – istituire un registro dei profili genetici di tutti i cani presenti sul territorio cittadino. Imponendo a tutti i proprietari di sottoporre il proprio animale alla prova del Dna, attraverso una convenzione con gli studi veterinari. Si tratterebbe di effettuare un semplice prelievo di un campione salivare, per poi trasferire il codice identificativo al Servizio Veterinario della Azienda sanitaria al fine di provvedere all’aggiornamento dell’anagrafe canina”. Per Di Lieto si tratterebbe di “una battaglia di civiltà che avrebbe un importante effetto deterrente: sapere, infatti, che le feci sono riconoscibili, spingerà i proprietari sporcaccioni a comportarsi civilmente, senza demonizzare anche quanti si comportano bene, e a rendere i marciapiedi più puliti”.

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