Cosenza – Hellas Verona non è mai iniziata, ma in fondo non è ancora finita… eh già perché a otto mesi di distanza dalla partita d’esordio dei lupi al San Vito Marulla, non disputata per l’impraticabilità del terreno di gioco, si discute ancora sulle responsabilità e su chi debba accollarsi i costi di tutte le operazioni messe in atto per evitare altre situazioni incresciose.
La Società rossoblù è riuscita nel corso dei mesi a limitare i danni affidandosi a ditte specializzate che, con interventi mirati, hanno permesso al manto erboso del Marulla di diventare idoneo per la disputa delle gare. Un percorso lungo, cominciato all’indomani della figuraccia con l’Hellas e intensificato dopo la gara con il Benevento rimandata di 24 ore per permettere al terreno di gioco di assorbire le piogge cadute sul prato.
Interventi dispendiosi, tanto che la Società del Presidente Guarascio ha affrontato in questi otto mesi costi che si aggirano sui 300mila euro, spese che l’amministrazione comunale non ha intenzione di rimborsare, come spiegato in una missiva inviata al club, in virtù della mancata stipula di una convenzione per l’utilizzo dell’impianto.
La convenzione richiamata dal comune – sostiene il Cosenza – è stata approntata ma non è mai avvenuta la consegna dell’impianto, circostanza che avrebbe attivato l’accordo.
Un braccio di ferro che animerà il periodo pre estivo e che, si spera, porterà alla definizione di un’intesa, magari con la mediazione di Lega e Prefettura, per permettere al Cosenza di giocare nel proprio stadio la seconda stagione consecutiva in Serie B, su un prato idoneo e in una struttura completa e sicura.
Il Marulla conteso, chi paga le spese?
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