Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, “un morto che cammina”, come Giovanni Falcone. Nei confronti del numero uno della magistratura antimafia catanzarese emergono riferimenti dagli atti dell’operazione “Malapianta” che ha portato al fermo di 35 persone. Dalle intercettazioni emerge che la cosca di San Leonardo di Cutro temeva l’attività del Procuratore Gratteri, il quale , in una conversazione fra esponenti del clan Mannolo, viene apostrofato con parole ingiuriose . L’intercettazione risale al 23 gennaio 2018. A parlare sono Remo Mannolo, figlio del boss Alfonso, e Franco Falcone. Nel corso del colloquio gli indagati associavano la figura del procuratore capo di Catanzaro a quella di Giovanni Falcone, definendolo “morto che cammina”, ossia, spiegano gli inquirenti, un uomo consapevole dei pericoli insiti nella sua attività. “Si tratta – è l’interpretazione data dagli investigatori – di considerazioni che non attenevano ad alcun concreto progetto omicidiario. Dalla disamina delle stesse emergeva più una timorosa reverenza”. Nella conversazione, Gratteri è paragonato a Falcone, colpito per avere “superato il limite”. “La frase era criptica – rilevano gli inquirenti – ma carica di significato”.
Inchiesta Malapianta, indagati: Gratteri è come Falcone
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