Giornata di studio e di formazione a Reggio sul Protocollo L.i.a.n.a (Linea interattiva di assistenza nazionale antiviolenza), che Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri stanno utilizzando come modalità d’intervento per casi di violenza di genere, violenza domestica e stalking. Da “Eva a Liana”, il titolo dell’iniziativa nel corso della quale è stato illustrato il percorso evolutivo dei protocolli, che via via sono stati utilizzati a livello nazionale dalle Questure italiane come modello operativo di intervento sulle violenze di genere. Dopo il protocollo E.V.A. messo in campo fin dal 2017, dal mese di settembre 2018 è operativa in quattro città italiane la nuova sperimentazione, una piattaforma informatica riservata alle vittime di violenza di genere, inserite nel programma di sicurezza antiviolenza che si sta attuando anche a Reggio. Tutti gli interventi riguardanti questo tipo di reati saranno registrati in un modulo comune alle due Forze di polizia che confluirà in una unica banca dati denominata “Pitagora”. La giornata di formazione per gli operatori delle forze dell’ordine è stata aperta dal neo prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani. Sono intervenuti, per i saluti istituzionali, il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, ed in rappresentanza del Comune di Reggio Calabria, il vice sindaco della città Armando Mauro. Il Questore di Reggio Calabria, Maurizio Vallone ha illustrato i contenuti e le modalità di applicazione operative del Protocollo L.i.a.n.a. nella Questura reggina, sulle quali si sono poi soffermati il Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Giovanni Bombardieri e il prefetto Vittorio Rizzi, Direttore Centrale Anticrimine cui si deve l’elaborazione e lo sviluppo del protocollo contro la violenza di genere. Il presidente Irto, nel suo intervento, ha rilevato l’importante attenzione verso la drammatica emergenza della violenza di genere. “Esiste la necessità – ha detto Irto – di far fronte concretamente al problema della violenza. Problema che coinvolge decine di migliaia di donne ogni giorno e che fa i conti con la sopraffazione, con la privazione della libertà, con l’umiliazione e la paura. Il progetto L.i.a.n.a, a mio avviso va nella direzione giusta, cioè quella di semplificare la vita delle vittime incrementando le opportunità di denuncia e facilitando, grazie alle nuove tecnologie, l’attività investigativa. Sono certo – ha aggiunto – che questo strumento aiuterà notevolmente l’azione di contrasto di repressione di tali fenomeni e ci aiuterà a costruire una società giorno dopo giorno migliore”.
Violenza donne:progetto Liana assistenza interattiva vittime
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