Tutti i servizi di intelligence dell’Uruguay continuano impegnati nella caccia a Rocco Morabito, evaso domenica notte dal carcere centrale di Montevideo, mentre una delle linee investigative si muove sulla convinzione che il boss della ‘Ndrangheta si trovi ancora in territorio uruguaiano. Una fonte dell’intelligence ha detto al quotidiano El Pais che due giorni prima dell’evasione di Morabito e di altri tre detenuti, tecnici del ministero dell’Interno avevano portato via il ‘cervello’ del sistema di telecamere fisse del penitenziario. Questo spiega perché non esistano registrazioni video della fuga notturna attraverso il tetto dei quattro che hanno avuto varie ore di tempo per muoversi prima che l’accaduto venisse scoperto all’alba dalle guardie carcerarie. E’ emerso anche che in maggio la direttrice della prigione, Mary González, aveva scritto alla direzione nazionale della polizia per chiedere il trasferimento di Morabito nelle istallazioni della Guardia repubblicana, ma che la richiesta era stata respinta perché in esse era recluso un altro pericoloso narcotrafficante messicano, Gerardo González Valencia, alias ‘El Cuini’, richiesto in estradizione negli Usa. Dopo la fuga del boss italiano, sia la direttrice González, sia il suo vice, Gerardo Bidarte, sono stati sospesi provvisoriamente dal servizio. L’allerta è grande in tutti i punti di frontiera uruguaiani con Argentina e Brasile, ma gli investigatori si concentrano soprattutto nei passaggi secondari, come Rivera o El Chuy dove è più facile espatriare verso il Brasile, o ancora lungo il Rio Uruguay, che gli esperti considerano “un colabrodo” per le fughe verso il territorio brasiliano.
Caccia aperta a Morabito, può essere in Uruguay
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