Li abbiamo conosciuti quando erano tra i 25mila lavoratori nel bacino della mobilità in deroga, poi con la riforma degli ammortizzatori sociali sono diventati tirocinanti. In settemila svolgono le proprie mansioni in enti pubblici, aziende private e strutture dei ministeri della giustizia, dell’istruzione e dei beni culturali. Cinquecento euro al mese e un destino legato alle disponibilità della regione e alla volontà di enti e aziende di avvalersi del loro supporto… ogni dodici mesi si riparte da zero ecco perchè si sentono dei fantasmi.
La UILTemp sta seguendo la questione da vicino, tallonando la Regione, proponendo soluzioni e chiedendo ai ministeri di fare chiarezza sembra infatti che il Mibac non abbia intenzione di offrire continuità lavorativa a circa 600 tirocinanti nonostante la copertura economica sia assicurata dalla Regione Calabria. Il prossimo 19 luglio un incontro con il referente del ministero in Calabria dovrebbe sciogliere i dubbi.
Le risorse utilizzate nell’ultimo anno, 28 milioni, sono state garantite in gran parte da fondi pac e dai residui provenienti dalle politiche passive. La UILTemp chiede che, oltre al rinnovo dell’impegno economico, si trovino soluzioni per i soggetti più anziani e si tenga conto dell’esperienza maturata quando ci sarà la possibilità di trasformare il rapporto di lavoro. Perchè l’obiettivo è quello di assicurare un impiego certo ai tanti calabresi che da anni offrono impegno e dedizione senza tutele.