Sanità, capogruppo Cdl Regione: intervenga Esercito

Anna Franchino


“L’intervento dell’Esercito, con l’impiego dei medici militari al fianco di quelli in servizio negli ospedali, è l’unico modo per garantire, almeno nel breve periodo, i servizi minimi essenziali della rete ospedaliera in Calabria”. Lo afferma Gianluca Gallo, capogruppo della Casa delle libertà al Consiglio regionale della Calabria, che parla di “situazione divenuta ormai ingestibile”. A preoccupare l’esponente politico del centrodestra è il “moltiplicarsi di situazioni come quella dei Pronto soccorso degli ospedali di Serra San Bruno e Corigliano-Rossano, con il personale medico costretto a turni di 18 ore e più pur di garantire l’operatività del reparto. Dal 2014 ad oggi – sostiene Gallo – la nostra Regione ha assistito ad un netto peggioramento dei conti della sanità, con il debito salito a 168 milioni di euro, ed alla concomitante incapacità di assicurare un miglioramento dell’offerta qualitativa. L’unica preoccupazione del presidente della Giunta regionale e del governo amico di centrosinistra è stata quella di occupare poltrone a fini elettoralistici, con mancanza di programmazione e disastri in serie. Giusto per citarne qualcuno: le conseguenze negative derivanti dalle continue sfide a perdere di Oliverio ai commissari Scura e Cotticelli, l’impennata del deficit favorita dai direttori generali nominati dal governatore, l’esondare della mobilità passiva”. “Nel giro di un lustro – sottolinea ancora il capogruppo della Cdl alla Regione – la Calabria ha perso oltre 3.000 figure professionali, il 30% delle quali riferibili a medici ed infermieri. Personale mai sostituito, sia per il blocco delle assunzioni sia nel tentativo di conseguire risparmi, in realtà mai ottenuti perché in mancanza di dipendenti di ruolo si continua a ricorrere alla stipula di convenzioni esterne, con maggiori oneri per la finanza pubblica”.

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