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Nell’aula della Corte d’assise del Tribunale di Catanzaro si è svolta la prima udienza del processo per l’autobomba che a Limbadi, nell’aprile del 2018, uccise il biologo Matteo Vinci. Gli imputati devono rispondere di omicidio, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di esplosivo, lesioni personali, armi e tentata estorsione, reati tutti aggravati dalle modalità mafiose. Nessuno si è costituito parte civile nel procedimento: non ci sono istituzioni, enti locali, associazioni. La madre di Vinci: “Ci hanno lasciato soli”.