Carceri: Vibo, detenuto trovato con micro-telefono cellulare

Anna Franchino


“La Polizia penitenziaria ha rinvenuto un micro-telefono cellulare abilmente occultato negli orifizi intimi da un detenuto di origine campana del circuito ad alta sicurezza del carcere di Vibo Valentia”. Lo riferisce, in una nota, il segretario generale dell’Uilpa Polizia Penitenziaria della Calabria, Salvatore Paradiso. “Dopo il contributo fornito all’inchiesta ‘Rinascita Scott’ – afferma Paradiso – va evidenziata un’altra brillante operazione del reparto di Polizia penitenziaria della casa circondariale di Vibo Valentia, che dimostra come con l’impegno costante e la coesione interna, favorita particolarmente dal Comandante, si possa sopperire a carenze che vanno dall’inadeguatezza degli organici alla carenza di dotazioni tecnologiche e strumentali, passando per un’organizzazione del lavoro attuata dal Direttore dell’istituto che lascia spesso a desiderare, tanto che per una questione a essa direttamente connessa è tuttora pendente un ricorso proposto ad un apposita Commissione presso il Prap di Catanzaro”. “Peraltro – prosegue il segretario dell’Uilpa-Polizia penitenziaria della Calabria – il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria centrale ha comunicato già lo scorso 7 gennaio di aver distribuito in Calabria 15 apparati utili alla rilevazione di telefoni cellulari, ma allo stato non si hanno notizie della formazione degli operatori per il loro impiego, né dell’avvenuta distribuzione di tale apparecchiature nelle sedi penitenziarie a opera del Provveditorato regionale. Per cui è sempre e solo grazie alla perspicacia delle donne e degli uomini del Corpo se si riescono a garantire nelle carceri della regione i richiesti livelli di sicurezza, anche per non mandare in fumo le importanti operazioni condotte dalle varie Dda, prime fra tutte quella di Catanzaro”.

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