“L’analisi del voto in Calabria non può prescindere da quella della legge elettorale regionale. Abbiamo un Consiglio regionale che taglia fuori la rappresentanza di una grande fetta della società civile calabrese e quasi completamente appiattito sul centro destra, con 30 seggi, 19 dei quali assegnati alla maggioranza e 10 all’opposizione”. Lo affermano le Sardine calabresi nel documento approvato a conclusione dell’assemblea svoltasi a Cosenza. “A questo proposito – aggiungono – vogliamo lanciare una richiesta concreta, nella speranza che gli addetti ai lavori la raccolgano. Chiediamo una riforma della legge elettorale che tenga conto di tre aspetti. Le soglie di sbarramento attuali, all’8% per le coalizioni e al 4% per le singole liste, sono troppo alte e lasciano fuori una grande fetta di rappresentanza. Per questo vanno riviste. Occorre, inoltre, introdurre la doppia preferenza di genere. Si tratta di un meccanismo che esprime un’azione positiva per rimuovere gli ostacoli alla piena affermazione della rappresentanza di genere nelle istituzioni. L’obiezione secondo cui debba essere il merito o le competenze a determinare la competizione politica, in una regione come la Calabria, in cui il mercato politico e le clientele si sono sempre dimostrate indifferenti al merito, risulta ridicola. Questa misura è necessaria. Serve, inoltre, il voto disgiunto: questo meccanismo consentirebbe di slegare il voto clientelare dalla scelta del candidato governatore e, in qualche modo, di indebolire il peso delle clientele”. “I partecipanti all’assemblea – conclude il documento – hanno sottolineato l’indispensabilità di coinvolgere, nell’approfondimento dei temi all’ordine del giorno, sia altre associazioni, gruppi e rappresentanze professionali, sia tutti quei cittadini che vogliono partecipare ad una riappropriazione degli spazi decisionali, finora sempre più costretti in spazi angusti ed infrequentabili della cattiva politica”.
Sardine: “soglie sbarramento troppo alte, rivederle”
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