“Non consentiamo al coronavirus di farci zittire e di gettarci nella disperazione; non consentiamogli di seminare tra noi solo il male corporeo di cui è capace. L’anima di ognuno di noi nessun agente patogeno può attaccarla se restano in noi le ali dell’amore”. A dirlo l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone, presidente CEC, nella Via Crucis assieme agli ospiti della Casa circondariale di Catanzaro. “In questi giorni in cui siamo tenuti a stare al chiuso – ha aggiunto – siamo po’ tutti agli ‘arresti domiciliari’. Voi siete costretti, senza deroghe, a stare in un edificio, noi che viviamo fuori da queste mura facciamo i conti, in maniera e misura ovviamente diversa dalla vostra, con una condizione di limitazione della libertà. Da reclusi ‘sanitari’ sperimentiamo la solitudine e l’isolamento. Ma per voi il dramma del dramma che questa pandemia porta con sé è il fatto che vi separa dai vostri cari proprio quando si avrebbe più bisogno della loro vicinanza affettuosa”.
Catanzaro, Via Crucis del vescovo in carcere
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