L’epidemia blocca la sesta edizione del festival, prevista a fine luglio a Capo Vaticano
Non avrà luogo l’edizione 2020 di “Estate a casa Berto”, il festival di letteratura, giornalismo, cinema e musica, che negli ultimi cinque anni ha illuminato le serate di Capo Vaticano, in Calabria, nei luoghi cari a Giuseppe Berto, il grande scrittore che ha firmato capolavori come “Il male oscuro”. Il sesto appuntamento era previsto dal 28 luglio al 3 agosto e come da tradizione si sarebbero ritrovati giornalisti, autori, registi e attori nel luogo magico amato e descritto da Berto, ma l’emergenza coronavirus ne ha reso impossibile l’organizzazione. “In questi anni – spiega Antonia Berto, figlia dello scrittore e organizzatrice della kermesse insieme a Marco Mottolese e Jo Lattari – abbiamo ospitato giornalisti del calibro di Paolo Mieli, Antonio Padellaro, Paolo Conti, Lirio Abbate, registi quali Jonas Carpignano, Fabio Mollo, Enrico Ghezzi ,Ricky Tognazzi attori amati dal pubblico, come Iaia Forte, Tommaso Ragno, Filippo Luna, il magistrato Nicola Gratteri, studiosi quali Nuccio Ordine o scrittori del calibro di Emanuele Trevi e Diego De Silva Tutti hanno incantato la platea in un avvicinamento tra autore e pubblico unico nel suo genere e molti di loro sono tornati più volte. Ci dispiace non poterli vedere qui la prossima estate, ma siamo certi che nel 2021 saremo pronti per una edizione più ricca e più emozionante che mai”. “Estate a casa Berto” è il festival che più si è fatto notare negli ultimi anni al sud del nostro paese. È nato nel 2015 per celebrare i luoghi del grande scrittore, ma anche per trasferire anche in Calabria il fascino dei festival culturali che da anni pervadono lo stivale e, grazie ad una formula quasi famigliare, in cui gli ospiti rompono le classiche barriere tra “noti” e pubblico, è diventato un punto di riferimento sul territorio e in tutto il mezzogiorno. “Mio padre – racconta Antonia Berto – era un solitario e nella sua ‘Fantarca’ aveva immaginato che i calabresi avrebbero lasciato la loro terra per andare, grazie alle astronavi, su Saturno a vivere una vita migliore, lasciando il mezzogiorno deserto e preda della sua natura selvaggia e meravigliosa. Forse lo scherzo letterario era per fingersi una solitudine esclusiva in quella meravigliosa terra, esattamente come la si vede oggi, in tempi di quarantena, vuota e bellissima”. Le persone, però, torneranno presto a popolare questi luoghi. “Già nei prossimi mesi con Jo Lattari e Marco Mottolese saremo al lavoro per l’edizione 2021. Inoltre io lavorerò al Premio letterario Berto che, in memoria di mio padre, si svolge ad anni alterni a Mogliano Veneto, dove è nato, e Capo Vaticano, dove ha vissuto e riposa. Questo era l’anno della Calabria; vedremo come recuperare.