Gino Strada: “Emergency in Calabria prima di Spirlì”

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“Fare il commissario non è il mio mestiere, servono altre professionalità. Se fosse arrivata una richiesta ufficiale, avrei rifiutato”. Così Gino Strada a “The Breakfast Club” su Radio Capital. “Le parole di Spirlì? Sono affermazioni false – ha aggiunto – Spirlì non sa che Emergency è arrivata in Calabria prima di lui. Noi non facciamo ospedali da campo, ma ospedali di eccellenza. Qui in Calabria serve un cambiamento radicale, non basteranno interventi minimali. I calabresi ora vedono il loro diritto alla salute compromesso. L’intervento che andrà fatto è quello di ricominciare a coltivare la sanità pubblica e non la privata. Emergency lavora in Italia da più di 15 anni, i governi non ci hanno mai considerato. Questa volta sì, per far fronte a un’emergenza straordinaria”.

“In Calabria ci sono ospedali che potrebbero riaprire in poche settimane”

Emergency è in Calabria “perché ce lo hanno chiesto: siamo nell’unica Regione al mondo che destina il 70% del suo bilancio alla Sanità, con risultati fallimentari”. La gente “scende in piazza, fa i cortei in auto in zona rossa invocando il diritto alla Salute: anche il governo si sarà fatto qualche domanda. Del resto Conte mi ha detto: ho parlato con Macron, per prima cosa mi ha chiesto della Calabria”. Lo dice in un’intervista a La Repubblica il fondatore dell’associazione umanitaria italiana, Gino Strada. Tuttavia dire la Calabria come l’Afghanistan è “un paragone stupido – sottolinea -. C’è certamente una questione criminale, le cosche sono state sottovalutate, fiancheggiate, tollerate. In certe aree hanno aperto e gestito laboratori di analisi e cliniche”.

Entro domani “incontro il commissario Longo. Ma se l’Italia sposta verso il privato 25-30 miliardi di bilancio, non dobbiamo stupirci se poi arriva la ‘ndrangheta. La Salute non è più un diritto, ma un bene di mercato, legale e illegale. E le truffe alle Asl non sono un’esclusiva calabrese”. In Calabria “ci sono ospedali come quello di Cariati che potrebbero riaprire in poche settimane. Altri come Gerace, costruiti e mai aperti. Emergency è pronta a prendere in carico una di queste strutture, naturalmente con tutte le questioni legali a posto”. Emergency “lavorerà anche nelle Usca, le unità di continuità assistenziale, in molte zone del nostro Paese non hanno funzionato – spiega -. Con un’attenzione maggiore al territorio, avremmo evitato il sovraffollamento degli ospedali”. La pandemia “aumenta le disuguaglianze, e la Calabria ne è la prova: lo scheletro di un sistema. Ho letto il piano del governo, è tutto al futuro, un ‘si farà’ dopo l’altro, ma qui c’è bisogno di raggiungere dei risultati ora”. Oltre ai due tendoni e al reparto di terapia sub-intensiva di Crotone “siamo pronti ad allargare il nostro intervento, anche fuori Regione”. Il decreto Calabria ipotizza la nomina di due subcommissari: uno per i conti e l’altro per l’emergenza sanitaria. Quando gli chiedono se lui sarebbe disponibile, Strada risponde: “Non posso farlo da solo, ma con la squadra giusta e con un’assoluta autonomia operativa ci sarò”.

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