L’Arma reggina, in queste ultime settimane, attraverso l’opera imprescindibile delle Stazioni carabinieri, primi sensori sul territorio, ha lavorato su tre direttrici. A Gioia Tauro e Rosarno, sono state denunciate 50 persone per indebita percezione del reddito di cittadinanza. Gran parte di loro, familiari diretti di elementi di spicco della cosca di ‘ndrangheta Bellocco – Pesce di Rosarno. Tra questi non solo soggetti già condannati per associazione a delinquere di tipo mafioso e figure apicali della ‘ndrangheta, ma anche donne che, intenzionalmente, avevano omesso di segnalare agli enti competenti all’erogazione del reddito di cittadinanza la presenza all’interno del proprio nucleo familiare di soggetti detenuti. Il totale delle irregolarità riscontrate, ha stimato un danno erariale complessivo di circa 357.000 euro, scongiurando, per il tratto a venire, un ulteriore perdita di circa 127.000 euro, somme che i percettori avrebbero altrimenti incassato senza la mirata attività d’indagine posta in essere dai militari dell’Arma.
Ad Africo, Bianco, Brancaleone, Bruzzano, Caraffa del Bianco, Casignana, Ferruzzano, Palizzi, Samo, San Luca, Sant’Agata del Bianco e Staiti, sono state denunciate 135 persone, per aver presentato ai Comuni domande in cui hanno attestato falsamente di possedere i requisiti previsti, al fine di ottenere indebitamente i buoni alimentari (il cui valore, per ogni soggetto, in media oscilla tra gli 80 e i 200 euro). Un terzo degli odierni indagati risulta avere legami di parentela con soggetti appartenenti a ‘ndrine o a famiglie di interesse operativo. I provvedimenti in questione scaturiscono da una sistematica attività d’indagine, convenzionalmente denominata Tantalo, avviata e condotta durante tutto il periodo del primo lockdown (da aprile a giugno 2020), a seguito degli aiuti straordinari introdotti dal Governo per il periodo di emergenza sanitaria (cosiddetti “buoni spesa covid-19”). Degli indagati, infine, oltre la metà risiede nel Comune di San Luca. Tra loro, anche un sorvegliato speciale di Pubblica Sicurezza, già percettore del reddito di cittadinanza, nonché la sorella di un uomo tuttora latitante, che nello stesso mese in cui ha percepito il “buono spesa covid-19” ha anche sottoscritto buoni fruttiferi per il valore di 7.000 euro. I militari dell’Arma hanno stimato che le somme indebitamente percepite hanno comportato un danno erariale pari a oltre 21.000 euro.
A San Ferdinando, è stata controllata un’azienda agricola dove sono state riscontrate irregolarità e un’assunzione in nero, in continuità con l’operazione Euno del gennaio 2020. I carabinieri hanno denunciato il proprietario di un’azienda agricola e applicato nei suoi confronti una sanzione amministrativa per “lavoro in nero” pari ad 3.600 euro. Nello specifico, l’attività aveva permesso di comprovare l’esistenza di una vera e propria rete di caporali, composta da cittadini extracomunitari di origine centroafricana, domiciliati presso la baraccopoli di San Ferdinando e nel Comune di Rosarno, che, in concorso con i titolari di aziende agricole e cooperative operanti nel settore della raccolta e della vendita di agrumi nella Piana di Gioia Tauro, erano dediti prevalentemente alle attività di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ai danni di braccianti agricoli extracomunitari, oltre che alla commissione di reati quali il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione di donne africane e la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana.