La storia di Umberto: “senzatetto” per scelta

Red

Non vedrà mai più la sua casa di Paludi lasciata, o meglio abbandonata, quando aveva solo 17 anni. Umberto Quintino Diaco, questo il nome del clochard trovato morto a Milano, era di origini calabresi. Nato a Paludi, piccolo centro del cosentino alle pendici della Sila, era andato via di casa da adolescente per contrasti con la famiglia. La sorella Chiarina racconta di averlo cercato a lungo, ma inutilmente. Era diventato un fantasma per la sua famiglia. Un ribelle, ma non uno sprovveduto, durante la sua vita controcorrente aveva accumulato più di centomila euro sui conti bancari, 19 mila euro in titoli azionari e percepiva una pensione, versata dalla previdenza tedesca, di 750 euro al mese. Quando gli agenti della Polfer hanno trovato il suo corpo senza vita sono rimasti colpiti dal fatto che avesse in tasca 1.235 euro in contanti. Una cifra che gli avrebbe permesso di passare più notti in una suite dei migliori hotel milanesi. Invece Umberto Quintino Diaco preferiva frequentare il servizio di accoglienza della Caritas e scelto di dormire per strada, nonostante il freddo che alla fine, in una notte particolarmente gelida, ha avuto la meglio…

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