Quattordici arresti sono stati eseguiti questa mattina dai carabinieri del Ros a Reggio Calabria, Catanzaro e Bologna nell’ambito di un’inchiesta che ha riguardato la cosca Piromalli e le infiltrazioni nell’Asp di Reggio Calabria. L’ordinanza è stata emessa dal gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dell’aggiunto Gaetano Paci. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, traffico di influenze illecite in concorso, tutti aggravati dal metodo mafioso. L’indagine si era chiusa prima della pandemia, nel 2018. Gli investigatori del Ros si sono concentrati sull’Asp di Reggio Calabria la cui competenza si estende sull’intera provincia amministrativa suddivisa nei distretti sanitari di Reggio Calabria, Tirrenico e Ionico ed il cui funzionamento è stato alterato dai condizionamenti mafiosi. La figura di questi medici era già emersa in altre indagini sulla cosca Piromalli. Nell’informativa dell’inchiesta “Provvidenza”, redatta dal Ros nell’ottobre 2016, infatti, i carabinieri allora avevano sottolineato il “ruolo assolutamente significativo, in seno alla cosca Piromalli, rivestito dalla famiglia Tripodi, con particolare riferimento a Giuseppantonio Tripodi, inteso ‘Antonio’, Francesco Michele Tripodi, inteso ‘Franco’ (all’epoca entrambi in vita, ndr), ed il figlio Girolamo Giuseppe Fabiano”. Della famiglia Tripodi avevano parlato diversi collaboratori di giustizia. Già nel 2013, il pentito Antonio Russo aveva detto ai pm che “Antonio Tripodi rappresenta Pino Piromalli in tutto e per tutto”. Tre anni più tardi, nel 2016, lo stesso collaboratore si era soffermato sulle figure del boss inteso “Facciazza” e di suo figlio Antonio, principale imputato del processo “Provvidenza” nella cui indagine il Ros aveva denunciato i medici Tripodi. Riferendosi ai Piromalli, il pentito Russo ha spiegato che quando i due capicosca erano detenuti “la rappresentanza e la bocca per cui parlavano loro era quella del dottore Antonio Tripodi”. Il fratello di quest’ultimo, Francesco Michele Tripodi, era sposato con la figlia del boss Mommo Piromalli. Il pentito Arcangelo Furfaro, nel verbale del 2015, aveva affermato: “Questi sono Piromalli”. E ancora: “Tutto un programma… se all’ospedale comandavano loro… all’ospedale di Gioia… allora ormai all’ospedale c’è poco… ma quando c’era la chirurgia, c’era tutto erano loro quelli che facevano i primari e i contro primari, il primario che deve venire… il primario che non deve entrare… Però sono a tutti gli effetti con i Piromalli, questo senza ombra di dubbio”. Nel 2015, invece, il pentito Marcello Fondacaro ha parlato ai magistrati di Fabiano Tripodi che dopo qualche sequestro subito da suo padre, in quanto genero di Mommo Piromalli, è diventato “l’amministratore di tutto”. “Si muove facilmente con l’Asl. – è scritto nel verbale di Fondacaro agli atti del processo Provvidenza – Può muoversi perché non ha pregiudizi giuridici… nel senso che non è indagato, non è pregiudicato e Fabiano Tripodi fa investimenti un po’ con tutti gli imprenditori gioiesi nelle ristrutturazioni immobiliari, immobili acquista vende”.
‘Ndrangheta: mani cosche su Asp Reggio Calabria, 14 arresti
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