Sono durate 2 anni le indagini della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con la Squadra Mobile di Catanzaro, che hanno arrestato un costruttore calabrese di 51 anni, ritenuto responsabile, in concorso con persone non identificate, di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’uomo è stato accusato di aver mandato lettere minatorie e teste di animali morti, recapitate alle vittime a scopo intimidatorio, al fine di estinguere, in modo a lui vantaggioso, un debito di 480mila euro e la proprietà di 3 villini.
Le indagini del gennaio 2019 riportano di un pensionato e suo figlio, proprietari di alcuni terreni, ricevere presso le proprie abitazioni due pacchi, contenenti ognuno una testa di capretto mozzata, scuoiata, insanguinata e avvolta nel cellophane. Il messaggio legato a questi pacchi, inviato con modalità tipicamente mafiose, oltre ad intimorire i destinatari, richiama immediatamente alle loro menti le problematiche legate ad una controversia civile pendente con una famiglia calabrese di costruttori, titolari di una Società Immobiliare. Gli stessi a utilizzare una terza persona affinché spedisse da un luogo diverso rispetto a Lamezia Terme le lettere minatorie senza lasciare tracce.