L’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia ha avviato il percorso terapeutico degli anticorpi monoclonali su tre pazienti risultati ad alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19: il primo paziente è stato preso in carico giorno 1 maggio; il secondo nella giornata di ieri; il terzo stamane. Si tratta di soggetti positivi, selezionati dai medici Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), che presentavano sintomi lievi o moderati di Covid-19 con particolari fattori di rischio così come previsto dalle indicazioni Aifa.
La somministrazione precoce degli anticorpi monoclonali consentirà di ridurre notevolmente le complicanze determinate dalla malattia Sars-CoV2. I pazienti individuati sono stati trasferiti dal proprio domicilio presso l’Obi Covid dello Jazzolino con ambulanza del 118, secondo i protocolli previsti dall’Azienda sanitaria. Gli stessi sono stati informati ed edotti sui benefici e sugli effetti collaterali dei farmaci e, una volta confermata l’idoneità clinica al loro utilizzo, è iniziata, sotto monitoraggio continuo dei parametri vitali, l’infusione endovenosa dei suddetti monoclonali. La somministrazione è continuata per la durata di 60 minuti durante i quali, sempre sotto controllo medico, non si è evidenziata nessuna reazione avversa. I pazienti sono stati trattenuti per ulteriori 60 minuti di osservazione al fine di completare e avvalorare lo stato di buona salute post terapia e, successivamente affidati ai Medici Usca per il rientro al proprio domicilio attraverso il percorso protetto con ambulanza del 118.
“Il commissario straordinario Maria Bernardi, nel manifestare la propria soddisfazione per il risultato raggiunto – riporta un comunicato – ha inteso ringraziare il Covid manager, Anna Renda, il direttore del Pronto soccorso, Enzo Natale, il farmacista ospedaliero Luigi Condina e i medici Usca che hanno consentito di avviare questo importante percorso terapeutico anti-Covid. Il Commissario, rinnova l’invito ai medici di Medicina generale a segnalare i soggetti che necessitano di essere sottoposti alla somministrazione precoce degli anti corpi monoclonali”.