I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito, a Taurianova e Cinquefrondi, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip nei confronti di 11 persone, accusate di essere legate o, comunque, di avere favorito le cosche Zagari-Fazzalari e Avignone operanti a Taurianova. Gli arresti sono giunti a conclusione di un’indagine – denominata “Spes contra Spem” – coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi anche da guerra, esercizio arbitrario delle proprie ragioni, sostituzione di persona, tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
I carabinieri hanno ricostruito le estorsioni ai danni di alcuni imprenditori che, interrogati, hanno confermato le richieste estorsive subite dai due principali indagati: i boss Domenico Avignone e Pasquale Zagari. Quest’ultimo, anche evocando esplicitamente i morti della faida di Taurianova e la sua capacità di risolvere i problemi con la violenza, ha costretto imprenditori e cittadini a dazioni in denaro, sia per rafforzare la cosca e sia per il mantenimento delle famiglie in carcere. Zagari si sarebbe intromesso anche nella compravendita di terreni, chiedendo somme di denaro per autorizzare l’acquisto. Zagari aveva avviato anche un apparente percorso di “riabilitazione sociale”, partecipando addirittura a dibattiti, convegni e incontri come testimone di redenzione e contro l’ergastolo ostativo. Ma, secondo gli investigatori, una volta scarcerato aveva ripreso a fare il capocosca dopo essere tornato a Taurianova