Un chiarimento sulla ridefinizione delle aree svantaggiate arriva dalla Regione, in risposta ai dubbi posti dai sindaci di diversi Comuni calabresi. Al centro del confronto, gli effetti della nuova perimetrazione, che ha visto alcuni territori, prima rientranti nella classificazione delle aree con svantaggi naturali, essere oggi esclusi da queste. A tale proposito, si precisa dall’Assessorato all’Agricoltura, «bisogna innanzitutto specificare che il processo di designazione delle aree soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle zone montane ha interessato l’intero territorio europeo e che i parametri biofisici sui quali ci si è basati nella prima fase di indagine corrispondono a quanto previsto dalle leggi comunitarie in materia». Inoltre, si aggiunge, «i regolamenti comunitari prevedono una successiva attività di affinamento, detta “fine-tuning”, per escludere quelle aree in cui tali vincoli naturali, sebbene significativi e documentati, non comportano uno svantaggio economico, in termini di maggiori costi e minori ricavi, per l’esercizio della pratica agricola». Ad esito delle due fasi citate, i Comuni possono risultare esclusi o per mancanza del parametro biofisico, oppure per le ipotesi in cui il tipo di attività economica intrapresa, con l’adozione di metodi e sistemi di produzione in grado di compensare le perdite di reddito ed i costi aggiuntivi derivanti dai vincoli all’esercizio dell’attività agricola, abbia consentito il raggiungimento di una produttività agricola comparabile alla media nazionale o regionale. Questo è quello che è avvenuto in tutta Italia: la nuova perimetrazione, valutata ed eseguita su scala nazionale dal Consiglio per la ricerca in agricoltura su mandato del Mipaaf, sulla base di procedure fissate nelle linee guida nazionali e di informazioni contenute in una serie di banche dati pubbliche, è stata definita nel decreto ministeriale n. 6277 dell’8 Giugno 2020. Con specifico riferimento alla Calabria, dei 115 Comuni calabresi ritenuti svantaggiati fino allo scorso anno, 85 sono stati quelli confermati e 30 esclusi, mentre altri 24 sono entrati per la prima volta nella lista. Ed a seguito delle interlocuzioni avviate nella primavera del 2020 dall’Assessorato, si è riusciti a far riconoscere 22 Comuni come aree parzialmente svantaggiate, in modo da recuperare così 21.155 ettari di svantaggio. «A fronte di un percorso avviato negli anni passati e giunto a conclusione poche settimane dopo l’insediamento della Giunta attualmente in carica – commenta l’Assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – abbiamo profuso il massimo impegno per tutelare gli interessi della Calabria. È quel che continueremo a fare ad ogni livello, anche nell’ottica di un’ulteriore revisione della perimetrazione».
Aree svantaggiate: i chiarimenti della Regione
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