Sanità: a Bolzano migliori performance, ultima Calabria

Anna Franchino

E’ la provincia di Bolzano il territorio italiano che ha le migliori performance in sanità, mentre all’ultimo posto c’è la Calabria. La fotografia viene dalla nuova edizione del ‘Progetto Performance Regionali’ del centro studi Crea Sanità, presentato oggi. Il team di ricerca, guidato dal presidente del centro Federico Spandonaro, ha elaborato un metodo di valutazione della Performance, sviluppato con la collaborazione di un Panel di esperti (attualmente oltre 100) afferenti a cinque categorie di Stakeholder. “Una analisi qualitativa del ranking porta a distinguere quattro gruppi di Regioni in base ai livelli di Performance raggiunti – si legge nel rapporto -. Sei Regioni hanno livelli di Performance elevati, compresi fra il 48% e il 61%, del livello ottimale: all’interno del gruppo si distingue la P.A. di Bolzano, che registra il livello massimo, seguita da P.A. di Trento, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto, con modeste variazioni fra loro. Abbiamo poi 7 Regioni, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Lazio, Umbria, Valle d’Aosta e Marche, con livelli di Performance abbastanza omogenei, ma inferiori, compresi nel range 41-45%. A seguire Sardegna, Basilicata, Sicilia, Puglia e Campania, Abruzzo e Molise, con livelli di Performance compresi tra il 28% e il 36%. Infine la Calabria, che registra un livello di Performance inferiore al 25%”. Dal rapporto, ha sottolineato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro durante la presentazione, emerge la necessità di integrare l’assistenza sanitaria con quella del territorio. “La scommessa che avremo nei prossimi anni è l’integrazione socio sanitaria – ha spiegato -, credo che una stretta correlazione tra sistema sanitario e realtà locali sia estremamente importante. Questa integrazione è necessaria per garantire una buona qualità della vita”. Della necessità di avvicinare la salute al territorio ha parlato anche Fabiola Bologna, segretaria della commissione Affari Sociali della Camera. “Il Pnrr – ha sottolineato – prevede che la medicina si avvicini al paziente in maniera strutturale, ad esempio costruendo le case della salute, ma chi ci mettiamo dentro? Il problema del personale è fortissimo, se i medici non ci sono la medicina non si fa”. (ANSA).

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