E’ iniziato oggi il processo per la morte di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza scomparso in circostanze mai chiarite 32 anni fa. In aula c’è anche l’unica imputata: l’ex fidanzata Isabella Internò, entrata da una porta posteriore del Tribunale. Bergamini morì nel novembre del 1989 sulla strada statale 106, investito da un camion, in quello che fu etichettato come un suicidio. Ma la famiglia ha sempre pensato che si sia trattato di una messa in scena per coprire un omicidio. L’ex fidanzata è accusata proprio di questo, in concorso con persone ignote. Aula vietata alle telecamere, ma all’esterno sono accorsi tanti cronisti. I l legale della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, all’arrivo ha parlato con la stampa. Assente la sorella di Denis, Donata, presente invece il nipote che si chiama proprio Denis. “Donata ha aspettato 32 anni questo momento – ha detto Anselmo – questi processi riservano ad ogni udienza dei colpi di scena, ma siamo preparati – ha detto Anselmo – oltre la verità non si può andare”. “Direi che il cambiamento di rotta lo hanno dato i magistrati e gli accertamenti medico-legali che abbiamo sollecitato noi”, ha aggiunto Anselmo. “Era ora, finalmente ci siamo arrivati, potevamo esserci già 32 anni fa” ha dichiarato Denis dalle Vacche, nipote Bergamini. Oggi è lui che rappresenta, in qualche modo, la sua famiglia. “Non so cosa aspettarmi, vivremo udienza dopo udienza. Sicuramente c’è tanta rabbia – ha detto Denis – è un omicidio, per favore non chiamatelo più suicidio, era un caso semplicissimo, ma per fortuna il cadavere, dopo 30 anni, ha parlato”. Una sparuta rappresentanza dei tifosi del Cosenza Calcio sta presidiando, con una bandiera, l’esterno del tribunale.
E’ iniziato il processo per la morte di Denis Bergamini
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