Appalti Ponte Morandi e strada Due Mari a Catanzaro, 4 arresti

Red
Intestazione fittizia e associazione per delinquere aggravati, rispettivamente, dalla modalità e finalità mafiosa; corruzione, auto riciclaggio, frode in pubbliche forniture e truffa: queste le accuse formulate in un’ordinanza eseguita dalla Guardia di Finanza nei confronti di 6 persone, di cui 4 arrestate. L’operazione è stata denominata in codice “Brooklyn”. I finanzieri, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo calabrese, hanno eseguito l’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale del Catanzaro. A carico dei 6 c’è l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso, in relazione, fra l’altro, ai lavori di manutenzione straordinaria del ponte Morandi di Catanzaro e di un tratto della strada statale 280 dei Due Mari” che collega il capoluogo all’autostrada A2. Tre le persone in carcere ed una agli arresti domiciliari, mentre è stata disposta la misura dell’interdizione dall’esercizio delle attività professionali per un ingegnere dell’Anas (sei mesi) e per un geometra (nove mesi).
Il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di oltre 200.000 euro come profitto dei reati contestati. La procura ha contestualmente disposto il sequestro, con facoltà d’uso, del viadotto “Bisantis” e della galleria Sansinato, per svolgere accertamenti di natura tecnica. Le indagini avrebbero permesso di acquisire gravi indizi a carico di due imprenditori operanti nel settore delle costruzioni e dei lavori stradali, che, consapevoli del rischio di incorrere in misure di prevenzione di natura patrimoniale, avrebbero costituito delle società intestandole fittiziamente a una loro collaboratrice, pur mantenendone il controllo di fatto. Una di queste società si è aggiudicata i lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino del calcestruzzo del ponte Morandi e di rifacimento dei muri di contenimento di un tratto della Strada Statale 280 dei Due Mari. L’attività investigativa, secondo l’accusa, ha delineato un grave quadro indiziario, a carico degli imprenditori, titolari “di fatto” dell’impresa aggiudicataria dei lavori, i quali a causa di problemi finanziari, con la complicità del direttore dei lavori e di un ingegnere dell’Anas, impiegavano nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato. I due imprenditori sono sospettati di appartenere ad associazioni per delinquere nell’ambito della operazione “Basso Profilo”, con la contestazione di reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego e trasferimento fraudolento di valori.
Tra gli arrestati c’è anche un ispettore della Guardia di Finanza, già coinvolto nell’operazione antimafia “Rinascita-Scott”. L’ispettore è indagato per corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreto d’ufficio per fatti commessi quando era in servizio alla Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro. Il militare, nello svolgimento di indagini delegate sui due imprenditori, in cambio di utilità di vario genere, si sarebbe adoperato per attenuare la posizione dei due, informandoli costantemente dello sviluppo del procedimento nei loro confronti.

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