“Ho ricevuto ieri la convocazione del collegio dei docenti dell’IIS “Valentini-Majorana” con all’ordine del giorno “possibili strategie per il recupero del rapporto insegnamento-apprendimento”. Considero questa iniziativa sbagliata e completamente avulsa da quello che sta succedendo in questi giorni. Ho, pertanto, maturato la decisione di non parteciparvi. Credo che evidentemente non si sia ben compreso che la rottura profonda del patto educativo della nostra comunità non può essere sanata continuando a perseguire una impostazione pervicacemente burocratica”. Lo scrive Gabriele Petrone, docente di filosofia e storia del Valentini-Majorana. La scuola è occupata da ormai 11 giorni in segno di solidarietà verso alcune studentesse che hanno denunciato molestie da parte di un docente.
“La nostra scuola è al centro della attenzione della pubblica opinione nazionale da più di dieci giorni. È entrata nell’Aula solenne della Camera dei Deputati – prosegue Petrone – con una interpellanza parlamentare; è intervenuto il governo con due Ministri, quello dell’Istruzione e delle Pari Opportunità, è in atto una ispezione e sono aperte indagini della Magistratura. Gli studenti e le famiglie stanno raccogliendo le firme per chiedere la rimozione della dirigente scolastica. Cosa deve accadere ancora per accorgersi che ha davvero poco senso preoccuparsi dei topi quando l’intero edificio sta bruciando?”.
“E’ necessario che le istituzioni tutte, a cominciare dalla nostro istituto, producano atti in grado di operare una radicale azione interruttiva di quanto sta accadendo. Soltanto questo potrà consentire un sereno e normale ritorno in classe. Si convochino piuttosto il Collegio dei docenti e il Consiglio di Istituto – spiega ancora il docente – per proporre e organizzare la partecipazione degli insegnanti alle attività di autogestione, magari promuovendo un confronto sui temi sottesi dalla pratica dell’educazione di genere. Si aderisca, inoltre, alla manifestazione dei nostri studenti e di tutti quelli della regione che si svolgerà il prossimo venerdì 18 febbraio a Cosenza”.
“Come educatori e famiglie abbiamo un solo dovere: essere dalla parte dei nostri studenti senza se e senza ma sui temi da loro sollevati. Sono gli studenti, – conclude il docente – la loro sicurezza, il loro benessere, la loro crescita umana, civile e democratica l’unica ragion d’essere della scuola”.