Crisi energetica, Tavernise (M5S): “La Regione crei una Comunità Energetica Regionale Calabrese”

Anna Franchino

 La Regione aggiorni il “Piano Energetico”, lo trasformi in PREAC (Piano Regionale Energia Ambiente e Clima) perseguendo il più ampio ricorso a strumenti, che migliorano insieme sicurezza energetica, accessibilità dei costi dell’energia e tutela dell’ambiente. Tenendo in debita considerazione aspetti di sostenibilità economica e sociale, incentivando il ricorso alle energie rinnovabili, al risparmio e all’efficientamento energetico. Sull’esempio della Lombardia, assuma un ruolo da protagonista nella fase del cambiamento, mediante la creazione di una Comunità Energetica Regionale Calabrese, che funga da centro di coordinamento,  impieghi aree o edifici di proprietà regionale, metta al centro il cittadino, le associazioni, le piccole e medie imprese, gli enti locali, in modo che siano protagonisti e beneficiari della transizione energetica. Il PNRR prevede 2,2 miliardi di euro per le comunità energetiche nei comuni sotto i 5000 abitanti, ma occorre mettere i comuni nelle condizioni di poter intercettare tali somme predisponendo i progetti. L’incentivo e la diffusione capillare delle comunità energetiche, come testimoniato dalla comunità energetica di Napoli est, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, rappresentano una misura efficace per mitigare in modo strutturale i costi della bolletta per cittadini ed imprese. All’orrore, alla rabbia, alla preoccupazione per il conflitto in Ucraina, vanno aggiunte le conseguenze che la guerra sta già avendo sull’approvvigionamento energetico. Di più, secondo le elaborazioni del Ministero della transizione ecologica, nel 2020 la Calabria è stata la quinta regione d’Italia, pur essendo la decima per popolazione residente, per consumo di gas destinato al termoelettrico tradizionale, con circa il 10% del fabbisogno nazionale. Ancora, il 15 febbraio 2022, in audizione al Senato, il Presidente di ARERA ha reso noto che, pur con gli interventi straordinari da parte del Governo, nel primo trimestre 2022, rispetto al primo trimestre 2021, si è registrato un aumento del 131%, per il cliente domestico tipo di energia elettrica,  e del 94%, per quello del gas naturale. I rincari stanno colpendo pesantemente le famiglie, sia direttamente, con gli aumenti in bolletta, e sia attraverso gli inevitabili aumenti dei prezzi dei beni di consumo, per effetto degli aumenti dei costi di produzione. È dunque necessario attuare interventi strutturali forti ed investimenti importanti sulle energie rinnovabili, mirati ad affrancare l’Italia e la Calabria dalla dipendenza energetica. Le comunità energetiche, in tal senso, rappresentano una soluzione dal basso per famiglie e imprese, che possono risparmiare, da un lato, e perseguire la sostenibilità sociale e ambientale dall’altro. Come ha detto oggi il presidente Conte, durante il convegno “Transizione energetica: proposte e strumenti per rilanciare il comparto produttivo”, le imprese vanno sostenute subito per non intervenire dopo con costi maggiorati e sistema produttivo fortemente indebolito, e in questo contesto due, tra gli strumenti cui fare ricorso, sono un piano massiccio sulle rinnovabili e un debito pubblico comune.  Sono queste le ragioni e le richieste, che mi hanno portato a presentare una mozione, firmata anche dai capigruppo Nicola Irto e Amalia Bruni, in consiglio regionale. Una mozione, che si spera, trovi il consenso unanime dell’assise regionale calabrese, così come è successo in Lombardia, perché il momento storico che stiamo vivendo richiede condivisione delle buone pratiche, piuttosto che divisioni partitiche e dannose.

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