Caporalato, operazione Carabinieri nelle province di Cosenza, Crotone e Matera

Red

I Carabinieri hanno effettuato un’operazione contro un gruppo di persone accusate di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, oltre che di minacce ed estorsione. Sono quindici le persone arrestate, 6 finite in carcere e 9 ai domiciliari. Si tratta di 13 italiani, un romeno e un bulgaro.

Effettuati anche diversi sequestri riguardanti aziende agricole, per un valore di circa 15 milioni di euro. In particolare, sequestrate 4 imprese nel Cosentino, 5 nel Crotonese e una nel Materano. Sequestrati anche 5 veicoli, che sarebbero stati usati per trasportare lavoratori in nero.

L’inchiesta è nata da un’indagine dei Carabinieri di Mirto Crosìa, ma ha poi interessato i territori di Corigliano-Rossano, Celico, Spezzano della Sila, Crotone, Cirò Marina, Strongoli e Policoro. I militari, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni lavoratori sfruttati, hanno scoperto un vasto e organizzato sistema di caporalato, che interessava tre province.

I “caporali”, da quanto è emerso, costringevano i lavoratori, anche con minacce e violenze, ad accontentarsi di una paga che andava dai 15 ai 30 euro per più di 12 ore di lavoro nei campi. Nessun riguardo per le precauzioni igieniche o nell’assistenza ai lavoratori: in un caso, un operaio che aveva caricato 630 casse di pomodori e si era stirato una gamba, non è stato assistito. Le pause di riposo non andavano oltre i 30 minuti. E a volte, i caporali pretendevano anche la restituzione di una parte della paga da parte dei lavoratori, che erano soprattutto romeni o di origine africana.

L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, ha visto impegnati i militari del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano, dei Comandi provinciali di Crotone e Matera e del Comando Carabinieri Tutela per il Lavoro.

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