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Svelato il “Nettuno” in piazza Matteotti. Un inno alla bellezza, un omaggio a Vincenzo Padula e un richiamo al valore del riuso creativo. La statua, realizzata dall’artista Francesco Mirenzio con materiale di riciclo, donata da Ecoross alla Città di Acri, è stata presentata nel pomeriggio di martedì 10 maggio nel corso di un evento ad hoc che ha fatto registrare la presenza di numerosi cittadini. Impreziosita anche da momenti musicali e di danza, la cerimonia ha suggellato il rapporto tra l’azienda che gestisce il Servizio di Igiene Urbana e l’intera comunità acrese, alla quale è giunto il plauso di Ecoross e degli amministratori per l’attenzione alla tutela del territorio e gli ottimi risultati raggiunti in termini di percentuale di raccolta differenziata, che si attesta attorno al 73%. Un dato, questo, ribadito dal Sindaco avv. Pino Capalbo, il quale ha ringraziato l’azienda sottolineando come l’opera donata sia perfettamente contestualizzata all’interno della città e all’interno di piazza Matteotti. «Abbiamo cercato di valorizzare viale Pertini – ha dichiarato il Primo Cittadino – e farlo diventare attrattore turistico attraverso il museo all’aperto. Quest’opera ha due chiavi di lettura: rappresenta un omaggio a Vincenzo Padula e, trattandosi di una statua realizzata con materiali di riciclo, è un modo per incentivare la tutela dell’ambiente, cosa che ci sta particolarmente a cuore. Non dimentichiamo che Acri è stata la prima città d’Italia a dichiarare lo stato di emergenza climatica, uno dei primi comuni plastic free ed è stata premiata da Legambiente quale “comune riciclone”. Ritengo necessario – ha concluso il Sindaco – continuare su questa strada e diffondere la cultura dell’ambiente anche nelle scuole, perché partendo dalle nuove generazioni le cose potranno essere cambiate». Un momento importante per l’azienda Ecoross, che ha voluto evidenziare la proficua e preziosa sinergia instauratasi con l’Amministrazione comunale e con i cittadini. «In tutti i territori in cui siamo presenti – ha affermato Walter Pulignano, Amministratore unico di Ecoross – oltre all’obiettivo di erogare servizi efficienti ed efficaci, vogliamo lasciare una traccia, un segno del nostro passaggio, a testimonianza del rapporto che si crea tra l’azienda e il territorio. Vogliamo essere presenti nella vita dei territori che gestiamo, vogliamo farne parte in maniera attiva e contribuire, per quello che è nelle nostre possibilità, a migliorarli su più fronti. Con questa donazione, inoltre – conclude Pulignano – abbiamo voluto esprimere la nostra gratitudine e rendere omaggio anche all’intera comunità acrese, che sin dall’inizio si è rivelata particolarmente attenta, collaborativa e virtuosa». L’opera è liberamente ispirata al poemetto “Al Nettuno” di Vincenzo Padula, declamato nel corso dell’evento dal baby sindaco di Acri Gabriele Molinari. Una statua del peso di circa 15 quintali per la cui realizzazione sono stati lavorati circa 60 quintali di materiali di scarto ai quali è stata data nuova vita. «Prediligo il riciclo dei ricambi – afferma l’artista Francesco Mirenzio – perché in questi pezzi vedo già un’arte: dietro ogni ricambio c’è lo studio, il lavoro, le prove, l’ingegno di chi lo ha progettato e realizzato. Una volta usurati questi ricambi verrebbero buttati, ma io li faccio rivivere creando una sorta di metafora degli essere umani che, anche ad una certa età, possono fare nuove cose senza essere “buttati via”». Un inno alla bellezza la definisce il vice sindaco e assessore alla Cultura prof. Mario Antonio Bonacci, evidenziando la forza del messaggio che si è inteso lanciare. «La scelta dell’opera – afferma il prof. Bonacci – si lega fedelmente ad un progetto più ampio denominato “Turismo delle radici”, rispetto al quale cerchiamo di valorizzare le risorse culturali locali, e ricalca anche il messaggio che Padula in tutti i suoi scritti ha inteso trasmettere affrontando la questione meridionale. In questa opera l’impeto dell’acqua e la forza di Nettuno sono la metafora della forza di un popolo che reagisce alle oppressioni. E, in questo periodo particolare in cui popolazioni non troppo lontane vivono la tragedia della guerra – conclude – inaugurare un’opera del genere è un messaggio di speranza e di positività».