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Il Cosenza a Ferrara più che in altre occasioni ha dimostrato di essere una non squadra, messa in campo come peggio non si potrebbe, il rammarico è grande perché in tre mesi la società è stata capace di dilapidare l’entusiasmo di 20 mila persone accorse al San Vito Marulla nella gara interna con il Vicenza. Il pesante passivo di oggi, ben 5 reti a 0, testimonia la pochezza della rosa costruita a suon di prestiti e di calciatori che in altre piazze avevano fallito. Si è detto ad inizio del torneo che quest’anno il Cosenza avrebbe stupito. Certo, lo stupore c’è tutto, dopo che in tre gare incassi ben 10 reti, non fai un tiro in porta e prendi gol che nemmeno nei tornei aziendali. La Spal non ha fatto nulla per vincere, ha giocato la sua onesta partita, senza forzare e senza fare cose straordinarie. Una gara giocata con una lentezza di esecuzione paragonabile alle partite di fine estate tra scapoli e ammogliati. A proposito, visto come corre il Cosenza in campo, naturalmente è un eufemismo, non si sbaglia nell’avere dubbi sulla qualità della preparazione atletica. Sul banco degli imputati, oltre alla società, ci sono anche allenatore e direttore sportivo. Il tecnico, esonerato ben 9 volte, evidentemente ha perso lo smalto dei tempi migliori, se è vero come è vero che in ogni gara regala improbabili soluzioni tattiche. Cosa accadrà adesso? Beh, difficile prevedere se e quando ci sarà un intervento della società, perchè il futuro prossimo è strettamente legato alle disponibilità di cassa. Insomma, le nozze con i fichi secchi, come dicevano gli antichi, non si possono fare…in merito alla cronaca della gara di oggi è meglio sorvolare, attribuendo un bel 4 in pagella a tutti i protagonisti, nessuno escluso.