La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini nei confronti di 252 persone indagate nell’inchiesta “Reset”. Si tratta della maxi operazione che lo scorso primo settembre ha inferto un duro colpo ai clan confederati del Cosentino. Nell’inchiesta finirono numerosi rappresentanti delle principali consorterie mafiose, ma anche il sindaco di Rende Marcello Manna (al momento sospeso); l’ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Rende Pino Munno e l’assessore comunale di Cosenza Francesco De Cicco. Nei loro confronti restano le stesse accuse contestate nel blitz di settembre. Dal provvedimento di chiusura indagini, firmato dal procuratore capo Nicola Gratteri, emergono però alcune novità. La conferma di un nuovo collaboratore di giustizia, Ivan Barone che è ritenuto uno dei componenti del gruppo degli Zingari. Ma emergono altri particolari importanti ai fini investigativi. Gianfranco Rua’ e Gianfranco Bruni, condannati all’ergastolo, sono accusati di favoreggiamento nei confronti del presunto capo delle cosche confederate Francesco Patitucci. I due sono accusati di aver reso falsa testimonianza nel processo per il duplice omicidio Lenti-Gigliotti. Roberto Porcaro, invece, è accusato di aver partecipato all’omicidio di Giuseppe Ruffolo avvenuto a Cosenza nel 2011. In questi casi sarebbero state importanti anche le dichiarazioni rese dal pentito Danilo Turboli che da poco ha deciso di collaborare.