“Le cose in Calabria stanno cambiando e indietro non si torna, perché siamo molto, molto avanti.Se veniamo qui è per dire che i mafiosi non possono più investire in Calabria, perché noi li conosciamo. Non passa giorno che non ci siano confische e non ci siano arresti. La Calabria è cambiata. Le autorità e le forze dell’ordine sono attente, le istituzioni ci sono. Quindi i problemi ora iniziano ad essere i vostri, perché i mafiosi hanno le valigie piene di soldi e vengono ad investire qui dove non sono conosciuti. E’ questo il motivo per cui oggi sono qui, per mettervi in allerta”. Lo ha detto stamane il testimone di giustizia Rocco Mangiardi davanti a due classi seconde delle scuole secondarie di primo grado dell’istituto comprensivo Andrea Doria di Vallecrosia (Imperia), all’interno di un terreno, adiacente al centro storico vallecrosino, sequestrato nel 2011 e recentemente confiscato alla famiglia Pellegrino, considerata esponente di spicco del locale di ‘ndrangheta di Bordighera, nell’ambito di una lezione di legalità organizzata da Libera Imperia in collaborazione con l’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. Imprenditore di Lamezia Terme, Mangiardi denunciò i mafiosi del clan Giampà che gli avevano chiesto il pizzo. “Sono andato nell’aula del tribunale – ha raccontato Mangiardi -. E quando il giudice mi ha detto, ‘Conosci il boss Pasquale Giampà?’ io ho detto sì, e l’ho indicato. Quando il boss ha visto che lo indicavo, non sapeva più dove nascondersi, perché ha avuto paura. Ho capito che un dito puntato, quando noi denunciamo qualche cosa di sbagliato, è più potente delle loro pistole”.