Il lockdown ha migliorato la qualità dell’aria in Calabria. Lo rende noto uno studio dell’Arpacal
“Abbiamo voluto contribuire – ha dichiarato il direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra – attraverso uno studio ragionato dei dati della nostra rete regionale della qualità dell’aria nonché di quelli satellitari, per ragionare quanto l’emergenza coronavirus possa aver inciso sulla qualità dell’aria in Calabria”. Nel documento – consultabile da questa mattina sul sito web dell’Arpacal – sono stati analizzati i dati di qualità dell’aria di PM10 e Biossido di azoto (NO2), al fine di valutare la variazione della loro concentrazione a seguito del rispetto delle misure restrittive che hanno comportato una diminuzione del traffico veicolare.
I tecnici autori dello studio – Claudia Tuoto, Dirigente Servizio tematico “Aria” del Dipartimento provinciale di Cosenza, Emilio Centorrino e Pasquale Crea del Servizio tematico “Aria” del Dipartimento provinciale di Reggio Calabria – giungono alla conclusione che “i dati registrati dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria mostrano, nel periodo interessato dal lockdown, una generale riduzione della concentrazione di NO2. Non è stata evidenziata alcuna variazione sostanziale della concentrazione di PM10 tra il periodo prima del lockdown e quello del lockdown. Una possibile spiegazione di questo andamento va ricercata nel fatto che PM10 e NO2 hanno origine e caratteristiche differenti, infatti mentre per il biossido di azoto la fonte prevalente è il traffico veicolare, per il PM10 la sorgente primaria è da attribuire al riscaldamento. Questa fonte di emissione, durante il periodo di contenimento, non è stata mai interrotta anzi con la maggiore permanenza delle persone nelle abitazioni le emissioni provenienti dal riscaldamento domestico potrebbero essere anche aumentate rispetto agli anni precedenti”.
Attraverso analisi satellitari, inoltre, realizzate da Teresa Oranges, direttore del Centro regionale Geologia e Amianto, e da Luigi Dattola, geologo dello stesso centro – ne è emerso che anche per la Regione Calabria, pur in assenza di un importante tessuto industriale, nel periodo di lockdown si sono osservate riduzioni della concentrazione di Biossido di azoto nei centri urbani, nella Piana di Gioia Tauro e nell’area dello Stretto di Messina.
Arpacal: Lockdown ha migliorato qualità dell’aria
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