“L’impegno di trasformare in legge il protocollo d’intesa tra l’associazione Biesse e il Consiglio regionale è stato onorato il 22 giugno scorso. È una legge che contribuisce a dare la possibilità a tanti figli di ‘ndrangheta di ricostruirsi una vita, partendo dall’importanza dell’educazione dei giovani ai valori di legalità e giustizia, aiutando questi figli o parenti di mafiosi a scegliere liberamente fra la legalità e un destino di mafia, tra legalità e un destino di carcere o morte”. È quanto dichiara il presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso, in occasione del convegno promosso dall’associazione Biesse all’Auditorium “Casalinuovo di Catanzaro” sul progetto “Liberi di Scegliere” che trae origine dall’esperienza del giudice Roberto Di Bella negli anni in cui ha prestato servizio nei Tribunali per i minori.
Il sostegno del Consiglio regionale consiste nel finanziamento di cinque borse di studio intitolate a vittime delle mafie: “È necessaria l’attivazione di un percorso educativo che coinvolga le scuole di ogni ordine e grado e che ha la finalità di contribuire alla formazione di una cultura della legalità e dell’etica pubblica. Ai minorenni che hanno commesso dei reati bisogna garantire la possibilità del recupero sociale”.
La Regione e la proposta di legge De Masi
Sulle recenti intimidazioni a imprenditori catanzaresi, Mancuso ha precisato: “Essere a fianco di chi fa impresa e subisce gesti vigliacchi, è un dovere sacrosanto. Le realtà in cui cresce l’allarme sociale, come sta accadendo a Catanzaro, chiedono che i responsabili siano assicurati alla giustizia. Lo Stato c’è e sta dando risposte. In Consiglio regionale, per dare strumenti di certezza nella scelte di legalità degli imprenditori che denunciano, siamo pronti ad approvare la proposta di legge dell’imprenditore Nino De Masi, che introduce delle premialità per le imprese vittime della criminalità. Le stazioni appaltanti – continua – e gli enti concedenti operanti in Calabria prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti per l’aggiudicazione di contratti pubblici, l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo, pari al 10% del parametro numerico finale, alle imprese vittime di atti di criminalità, fatti usurari ed estorsivi o di aver assunto nei procedimenti penali il ruolo di testimoni di giustizia. La premialità è riconosciuta dalla Regione e dagli enti del sistema regionale anche in sede di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi finanziari e attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere”.
“La solidarietà, verso chi affronta sacrifici enormi per produrre ricchezza generale e subisce intimidazioni, da sola non basta. È necessario che le Istituzioni di ogni livello, oltre agli attestati di vicinanza, adottino contromisure efficaci”, ha concluso Mancuso.