Cgil: “sui Lea uno scenario allarmante di diseguaglianze Diritto alla salute negato in otto regioni”

Anna Franchino

“I risultati del Monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) relativi al 2023, confermano le nostre preoccupazioni sulle forti criticità che attanagliano il Servizio Sanitario Nazionale: nelle gravi e profonde diseguaglianze territoriali, sono otto le Regioni non in grado di garantire i Livelli essenziali di assistenza, negando il diritto alla salute alle persone”. Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi commenta i dati pubblicati oggi dal ministero della Salute. “Emerge il peggioramento degli indicatori relativi alle aree della prevenzione e a quella distrettuale – sottolinea la dirigente sindacale – che evidenzia l’urgenza di adeguare l’offerta dell’assistenza ai bisogni della popolazione, con un forte investimento a partire da quella territoriale, dimenticata dal Governo”. Per Barbaresi “risulta evidente l’inadeguatezza dei provvedimenti del ministro della Salute: colpevoli i ritardi nella realizzazione delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità e, più in generale, nell’attuazione della Missione 6 del Pnrr. Risulta difficile immaginare come il Governo possa terminare tutti i lavori entro giugno 2026. La carenza di personale, a partire da quello necessario a garantire l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale, e il sottofinanziamento della prevenzione, contribuiscono al logoramento del Ssn, accelerando i processi di tagli e privatizzazione”. “Questo Paese ha bisogno di un cambio di rotta per superare i divari e le diseguaglianze tra le diverse aree del territorio nazionale attraverso un forte investimento economico e un’adeguata dotazione di personale. La Cgil – conclude Barbaresi – continuerà con ogni forma la propria mobilitazione affinché quello alla salute sia un diritto esigibile per tutte e tutti”.

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