Corte conti: in Calabria inaugurazione con presidente Buscema

Anna Franchino

La Sezione della Corte dei Conti per la Calabria, nell’anno 2019, ha emesso condanne per 16.682.670,84 euro. E’ il dato reso noto dal presidente regionale Rita Loreto in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2020. Alla cerimonia è stato presente anche il presidente della Corte dei Conti nazionale, Angelo Buscema, che è intervenuto prima della lettura della relazione di apertura sottolineando “il ruolo di garanzia della Corte dei Conti” e il suo compito di “affiancamento alle amministrazioni”. Il presidente Buscema ha inoltre salutato i nuovi magistrati contabili che si sono insediati negli uffici calabresi ricordando che in tutta Italia sono stati inseriti negli uffici regionali 100 nuovi giudici. Buscema ha poi rimarcato “il bisogno per il cittadino di essere rassicurato”, compito, questo, demandato anche alla Corte dei Conti. “Molti giudizi – è scritto nella relazione del presidente regionale Loreto – hanno avuto ad oggetto il danno da illecita gestione dei fondi regionali da parte dei consiglieri regionali iscritti ai gruppi consiliari. La mera documentazione contabile della spesa (scontrini, ricevute ecc), non è stata ritenuta idonea ad accertare il fine istituzionale della spesa ma «solo il fatto storico dell’avvenuto esborso». Altro tema affrontato è quello dell’indebita percezione dei contributi pubblici e fondi comunitari. Con una sentenza, in particolare, che ha avuto ad oggetto un ingente danno erariale relativo all’ottenimento di un ingente contributo stanziato nell’ambito dei fondi dell’Unione europea. Ammontano a 16.712.627,38 euro gli importi richiesti con gli atti di citazione da parte della Procura della Corte dei Conti Calabria. E’ quanto é emerso, nel corso della cerimonia d’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2020 della Corte dei conti della Calabria, dalla relazione redatta dal Procuratore regionale facente funzioni Giovanni Di Pietro. Il Procuratore ha sottolineato come gli enti maggiormente danneggiati siano stati l’Agenzia delle entrate, la Regione, lo Stato, gli enti locali, il sistema sanitario nazionale e il monopolio di Stato. “Anche in riferimento all’anno in esame – ha indicato Di Pietro – si riscontra ancora un significativo divario tra il numero di segnalazioni pervenute da alcuni Comuni, enti pubblici e Aziende sanitarie, rispetto a quelle presentate dalle altre amministrazioni. Il suddetto dato viene ancora una volta evidenziato al fine di porre in rilievo, soprattutto per coloro che svolgono funzioni di controllo e di verifica in seno alle stesse amministrazioni, l’importanza delle tempestiva segnalazione di tutti quei fatti e di quelle condotte che possono avere rilevanza per l’individuazione di eventuali responsabilità sotto il profilo amministrativo contabile. Gli atti di citazione depositati nel 2019 hanno riguardato diverse materie e interessato enti e amministratori pubblici”. “Uno specifico filone di indagine – è stato sottolineato è scritto nella relazione – portato a compimento dalla Guardia di finanza sull’intero territorio nazionale ha accertato la violazione delle specifiche disposizioni di legge che disciplinano lo svolgimento dell’attività extraistituzionale dei docenti universitari”. Attività “assolutamente incompatibili con il rapporto di impiego pubblico” che hanno comportato diversi atti di citazione nei confronti dei docenti in servizio negli atenei calabresi. Ad alcuni dipendenti dell’Agenzia delle entrate sono state contestate “condotte gravemente colpose in relazione alle procedure di immatricolazione delle autovetture con l’applicazione, non dovuta, di specifici regimi derogatori che hanno consentito ai beneficiari di usufruire dell’esenzione dell’Iva sugli acquisti con il conseguente danno per l’amministrazione finanziaria per milioni di euro”. Sono state scoperte, inoltre, condotte fraudolente sulla percezione di finanziamenti e contributi, ottenuti dai beneficiari per effetto di azioni poste in essere palesando requisiti o qualità non posseduti, costi non sostenuti o sovrastimati. In continuità poi con l’attività svolta negli anni precedenti, la Procura della Corte dei Conti ha segnalato “l’illegittimo utilizzo di fondi da parte dei consiglieri regionali” e diversi atti di citazione nei confronti di dipendenti in servizio in enti e amministrazioni pubbliche per “condotte assenteistiche”.

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