Da 65.147 a 65.750, l’ultimo aggiornamento del report vaccini ministeriale riporta un incremento di 607 dosi inoculate nelle ultime 24 ore in Calabria. Poche, pochissime, con questo ritmo si finirebbe di vaccinare la popolazione calabrese in circa 9 anni. Ma molto probabilmente i numeri non sono reali, dall’Asp di Cosenza fanno sapere che ogni giorno nei dieci punti vaccinali sparsi sul territorio vengono effettuate dalle 1500 alle 1800 vaccinazioni, quasi il triplo di quelle comunicate a livello regionale. Dunque non è la graduatoria il problema calabrese, bensì l’organizzazione, infatti salvo che nella provincia di Reggio, al momento non si riesce ad andare oltre la prima fase, si sta completando la vaccinazione degli operatori sanitari in senso lato comprendendo farmacisti, informatori scientifici, odontoiatri e altre categorie di professionisti, inoltre continuano le inoculazioni di prime e seconde dosi nelle Rsa e nelle case di cura, ma per tutto il resto si è ancora in una fase prodromica alla seconda che interesserà ultraottantenni, docenti, appartenenti alle forze dell’ordine e si spera anche le categorie deboli. L’Asp di Cosenza, ad esempio, sta raccogliendo i dati necessari per stilare gli elenchi dai medici di famiglia e dai comuni e dalle scuole e si pensa di istituire un numero verde per le prenotazioni, resta però l’incognita sull’accordo con i medici che non è ancora completo. Per quanto riguarda le categorie deboli, cardiopatici, malati oncologici e tutti quelli che rientrano nell’elenco basato sulle indicazioni ministeriali, non c’è alcuna certezza. Servono regole chiare per evitare fraintendimenti e irregolarità, nessuno vuole assumersi la responsabilità di sbagliare e il terreno in questo campo è minato. L’unica certezza è che bisogna fare presto per immunizzare gran parte della popolazione sensibile e a rischio nei prossimi mesi.