“Quella del 20 novembre non è la “festa” dei diritti dei minori e stride anche definirla “celebrazione”, perché al cospetto dei dati sugli abusi e i soprusi subiti dai bambini e dagli adolescenti in ogni angolo del mondo non si può che definirla “fiera” delle ipocrisie”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.Per il Garante: “Non è il caso di sciorinare cifre nel dettaglio, quando purtroppo esse contano milioni di bambini coinvolti in violenze sessuali e psicologiche finanche in famiglia, arruolati in guerra, sfruttati sul lavoro e privati del più prezioso dei diritti, ossia all’istruzione”.“Complice di tutto ciò – prosegue Marziale – è l’indifferenza di quanti sanno e tacciono ed ancor più di coloro che pur potendo cambiare le cose non fanno nulla perché ciò accada. È facile per chiunque far finta di indignarsi e produrre parole ad effetto, mentre sembra impossibile prodigarsi per garantire ai più piccoli talvolta anche la forma più elementare del limite dell’essenziale”.“In Italia si sono palesate nel tempo tutte le forme di maltrattamento tipiche di ciò che pensavamo fosse retaggio dei paesi più arretrati – evidenzia il sociologo – ma il nemico più duro oggi è la povertà e laddove c’è povertà esiste disagio psicosociale ed esiste una catena di conseguenze imprevedibili e devastanti. La povertà induce i giovanissimi ad accettare compromessi per sopravvivere con chi mostra loro guadagni facili ad ogni costo ed è questa una delle strategie della criminalità organizzata per arruolare adolescenti da impiegare anche nel traffico degli stupefacenti ed in altre azioni”.Per Marziale: “Non esistono diritti dei minori nelle famiglie dove un padre e una madre stentano, per mancanza di occupazione, a portare il minimo indispensabile per vivere dignitosamente. Ma, non esiste cittadinanza dei diritti dei minori anche nei nuclei dove i bambini vengono messi nel tritacarne delle separazioni conflittuali dei coniugi desiderosi più di vincere la causa che salvaguardare i loro piccoli. Non può esserci alcun diritto quando troppi bambini vengono strappati alle famiglie e portati lontano dai genitori, talvolta in maniera estremamente inopportuna. Vi è da rivedere tantissimo nella legislazione italiana ed auspico che il Parlamento ed il Governo vogliano conferire priorità a queste piaghe”.“Sul fronte Calabria – conclude il Garante – carenze strutturali ataviche che non consento l’accesso a cure sanitarie, a pratiche sportive e ludiche, la fanno da padrone. Vi sono tuttavia segnali di risalita, sia pur flebili, ma non è chiesto a nessuno di operare miracoli per recuperare tutto il terreno perso. Interfacciandomi con il governatore Roberto Occhiuto, con il presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso, ho potuto registrare una ferma volontà di fare e ciò che più mi rassicura è il clima collaborativo tra forze di maggioranza ed opposizione in tema di tutela dei minori. Certo sarò incalzante laddove esistono emergenze, come la mancanza di un reparto pubblico di neuropsichiatria infantile in tutta la regione, ma intravedo un terreno fertile al quale posso solo garantire la più ampia collaborazione, come il mio mandato richiede”.