Il Comune di Rende rimanda l’apertura del mercato di via Parigi

Anna Franchino

“Accogliendo le istanze da parte di CICAS e Coldiretti non ancora operativi, rimanderemo l’apertura del mercato di via Parigi ai prossimi giorni”. A dirlo in una nota stampa l’assessore alle attività produttive di Rende Domenico Ziccarelli che, nello specifico, spiega come si sia giunti a questa decisione: “per motivi organizzativi. Dobbiamo garantire le norme di distanziamento sociale che l’emergenza sanitaria richiede e, per farlo, è necessario adottare tutte le precauzioni del caso e seguirle scrupolosamente”. La scelta di aprire alle sole attività alimentari la vasta area mercatale era stata sollecitata proprio dalle associazioni di categoria: “Molte attività commerciali sono state sospese –ha proseguito l’assessore- tuttavia resta attiva, e non potrebbe essere altrimenti, la filiera alimentare. Abbiamo quindi, come sappiamo, regole che ci permettono di accedere a supermercati e affini in sicurezza. Un mercato all’aperto organizzato secondo le più attente norme, è infatti consentito allo stesso modo di un supermercato. Indispensabile resta provvedere a quelle misure di distanziamento che permettono di proteggere clienti ed esercenti”. Quando saranno messi a punto il numero degli esercenti e delle relative postazioni di vendita: “allora potremmo stabilire il flusso di utenti, avendo noi un’area sufficientemente vasta, da consentire il mantenimento della distanza, la libera circolazione di un numero regolamentato di utenti che godrebbero di uno spazio individuale maggiore di quello che si ha nei supermarket, il controllo attento dell’ingresso e dell’uscita, sempre per il rispetto dell’ordine e del numero delle persone presenti che dovranno indossare rigorosamente i presidi sanitari necessari per proteggersi, avremmo la possibilità di fornire un luogo persino più ampio, percorribile e sicuro dei locali al chiuso” ha dichiarato Ziccarelli. L’emergenza oltre a quella sanitaria è divenuta anche economica e proprio i piccoli produttori sono quelli che nel settore agroalimentare sono più sofferenti: “sostenere l’agricoltura e la rete di contadini presente sul territorio non è solo questione etica, ma ha anche implicazioni di salvaguardia dell’ambiente oltre che dei prodotti di qualità che questa filiera riesce ancora a garantire”, ha concluso l’assessore alle attività produttive.

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