L’espansione del fenomeno criminale nel contesto di crisi generale dell’economia italiana, l’esportazione dei modelli organizzativi locali calabresi collegati ai nuclei originari e la penetrazione nelle aree sane dell’economia legale. Il distretto di Catanzaro – dice – il presidente della Corte d’appello Domenico Introcaso leggendo la relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario – si caratterizza per un indice di criminalità organizzata, alto in tutti i tribunali, in particolare in quelli di Vibo Valentia e di Crotone”. Sono 2.303 gli affiliati alla ‘ndrangheta distribuiti nel territorio del Distretto giudiziario di Catanzaro – ha aggiunto Introcaso, che poi ha analizzato il fenomeno della sostituzione degli imprenditori storici, in crisi di liquidità e incapaci di reggere il mercato, con soggetti non ‘ndranghetisti ma da questi ultimi cooptati in una logica non di corruzione dell’imprenditore sano bensì di esercizio, in sua vece, di attività legittima formalmente ma finalizzata al reimpiego dei capitali illeciti e all’evasione della normativa. Il passaggio agli appalti pubblici riguardanti tutti i settori delle produzioni è breve. E da qui l’esigenza delle complicità degli organi pubblici e politici”.
Secondo Introcaso, “l’immediata conseguenza è la corruzione del procedimento elettorale, di formazione e raccolta del consenso. Perchè la procedura per l’appalto pubblico coinvolge gli amministratori eletti. La proiezione giudiziale immediata è lo scioglimento di numerosissime amministrazioni comunali e di formazioni intermedie per infiltrazioni e influenza mafiose. Questa la sintesi delle dinamiche di ‘ndrangheta non più locale ma a diffusione nazionale e internazionale.
In apertura di relazione – Introcaso – ha affrontato il tema riguardante i provvedimenti giurisdizionali e disciplinari applicati ai magistrati del distretto titolari di incarichi di grande responsabilità definendolo un vulnus indelebile inferto alla comunità giudiziaria.
Inaugurato l’anno giudiziario a Catanzaro
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