Lettera Ostetriche Cosenza: “messi da parte dalle Istituzioni”

Anna Franchino

L’Ordine della Professione di Ostetrica di Cosenza di concerto con la FNOPO, in rappresentanza delle Ostetriche, denunciano che per l’ennesima volta, e su più fronti, si discrimina gravemente la Categoria inserita legittimamente nel comparto sanitario ad oggi messa da parte dalle Istituzioni, ciò risulta gravissimo non solo per un discorso meritocratico, ma soprattutto perché la salute è, e resta al primo posto anche per la triade mamma-papà-bambino, per la coppia e la donna in tutte le fasce d’età. Demoralizzante per la categoria, anche, alla luce di tutti gli immani sforzi che sin qui abbiamo compiuto in una emergenza imposta dal Covid-19. Le Ostetriche, a testa alta, ancora ad oggi fronteggiano una emergenza con forti criticità logistiche, carenza DPI, senza escludere che tale grave situazione arriva ad un personale già stremato per carenza dello stesso, accentuato, anche, dalla continua chiusura degli Spoke, continuando a convogliare anche con l’emergenza, l’utenza ai pochi Punti Nascita aperti. Punti Nascita, che non hanno visto riduzione di mole di lavoro, perché alla vita non si dice stop-emergenza, non si dice aspetta c’è la quarantena, PERCHÉ la VITA nasce senza ma e senza se, quando è pronta e non solo nel basso rischio, ma anche nelle patologie ostetriche, creando emergenza su emergenza. Siamo Ostetriche, professioniste, che accompagnano empaticamente le donne, le coppie a diventare famiglia, facendo vedere sempre la luce, anche quando è tutto difficile e complicato. Di natura, lavoriamo con contatto, posizioni, sudori, massaggi, idroterapia, canti, cuore, mente, pancia e soprattutto MANI. Questo fa capire quanto il covid-19, oltre ad essere contagioso e pericoloso per tutti, diventa ancora più violento verso la natura più intima della nostra professione. Ma pare che le logiche politiche non vedono l’impegno che, con spirito di sacrificio e abnegazione svolgiamo e affrontiamo con competenze e positività. Noi stanche non molliamo e non ci lasceremo abbattere dal covid-19, si andrà avanti con più determinazione verso la VITA, in attesa che il Sistema corregga la miopia nei nostri confronti. Vorremmo inoltre sottolineare come il Decreto “Cura Italia” ha smesso di prendersi Cura di alcuni professionisti sanitari che a sua volta si prendono Cura di persone, di donne, di intere famiglie. In un momento storico come è oggi, viene scritta una pagina vergognosa di storia della sanità di discriminazione di alcune figure sanitarie come la nostra. Come la richiesta di prevedere il riconoscimento del bonus per l acquisto di servizi di baby_sitting, non andato in porto, questo, è un atto di grande ingiustizia che colpisce come sempre molte donne professioniste Ostetriche. Il fondo di solidarietà: riconosciuto a pochi e ai soli noti, le Ostetriche non si sono tirate indietro di fronte a nulla e forse non siamo tanto brave a metterci in mostra, facciamo poco clamore, perché lavoriamo in silenzio, con le donne, sappiamo ascoltare, accogliere, sappiamo cosa è l’empatia, sappiamo accompagnare la vita, sappiamo accompagnare la morte. Nell’Emergenza Epidemiologica da COVID 19 le Ostetriche ci sono, e con rammarico hanno visto per l ennesima volta negati i loro dititti. Si sottolinea la profonda ingiustizia, perpetuata su una categoria professionale inserita legittimamente nel comparto sanità. Crediamo e ci riallacciamo a tutto quello che abbiamo già citato, che si sia scritta una pagina politica, sociale, sanitaria, non degna di uno stato democratico, dove l art 32 della costituzione, così caro ai nostri politici, cita il Diritto alla Salute, parla di rispetto della persona umana. Ecco qui si è mancato del rispetto verso professioniste e delle loro famiglie, negando diritti e richiedendo solo doveri. Le Ostetriche continueranno ad esserci, finché ci sarà la vita e assistenza, non dimenticando ciò che è avvenuto e con la speranza che qualcuno corregga tale miopia.

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