Non si ferma il fenomeno delle violenze contro gli operatori degli ospedali pubblici. In pochi mesi nel nostro Paese si contano 300 richieste di aiuto, medici e infermieri ma non solo. Il 70% sono donne. Oltre all’aggressione fisica che quando avviene per fortuna lo si sa grazie alla denunciata, c’è anche l’aggressione verbale che è quasi giornaliera e coinvolge un po’ tutti. L’ultima in ordine di tempo quella registrata a Catanzaro solo pochi giorni fa, un medico in servizio alla postazione di continuita’ assistenziale di via Molise aggredito mentre svolgeva il proprio lavoro. L’ennesimo grave atto che mette in evidenza la fragilità di un sistema che va riorganizzato, anche e soprattutto dal punto di vista della sicurezza. “Tali episodi di violenza si ripetono oramai con preoccupante frequenza, – sottolinea il presidente, Vincenzo Antonio Ciconte, che stigmatizza il grave episodio di violenza di cui e’ stato vittima il collega Nicola Parentela, esprimendo solidarietà a nome del Consiglio direttivo dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Catanzaro. L’Ordine, – fa sapere Ciconte – a tutela della dignita’ e della professionalita’ dei propri Iscritti, si riserva di costituirsi parte civile in un eventuale procedimento giudiziario”. Quello di Catanzaro fa seguito all’episodio registrato presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Cariati, nel Cosentino lo scorso agosto, dove un medico appartenente ad un reparto del nosocomio appena giunto in pronto soccorso è stato travolto dalla furia di un familiare di un paziente in attesa di essere visitato. L’uomo ha colpito il medico con una testata e con un morso e solo grazie all’intervento dei carabinieri si è evitato un epilogo molto più grave….