Ha fatto il giro del web l’immagine dei 115 pini tagliati sul lungomare Liguori e nella pineta, a Montegiordano, piccolo centro dell’alto Ionio cosentino. Per le associazioni ambientaliste si tratta di una strage di alberi incomprensibile e fuori luogo, dannosa per l’ambiente e i cittadini. L’associazione I Giardini di Eva di Cosenza ha lanciato la petizione “Stop al taglio e alla capitozzatura degli alberi italiani” su change.org che ha già superato le mille e duecento firme. “È di questi giorni la notizia che in tutto il Paese si stanno tagliando e capitozzando gli alberi. Numerose le grandi città interessate dal fenomeno. Il sospetto è che questi tagli primaverili, in tempo di misure restrittive alle attività non urgenti, sia collegato alla sperimentazione dei 5G – dichiara Nadia Gambilongo, promotrice della raccolta firme e fondatrice dell’associazione – infatti i 5G, per poter funzionare, hanno bisogno di essere installati in zone prive di ostacoli e gli alberi, con le loro chiome, costituiscono un impedimento. Questa però è una delle ipotesi, i tagli potrebbero anche essere dovuti al recupero di combustibile per le centrali a biomasse oppure alla paura di possibili crolli degli stessi, come argomenta il sindaco di Montegiordano”. L’associazione chiede, pertanto, ai sindaci e al ministro dell’Ambiente di fermare questa strage indiscriminata di alberi in atto nelle città italiane. “Mentre noi siamo in casa, costretti dalle restrizioni imposte dall’emergenza coronavirus, loro tagliano – continua Gambilongo – intanto invito tutti a firmare la petizione, poi, quando la quarantena sarà finita, organizzeremo azioni di contrasto”. Per i volontari dell’associazione gli alberi rappresentano una garanzia di salubrità delle aree urbane, contribuendo alla produzione di ossigeno, rigenerando l’aria inquinata, assicurando ombra, mitigando le alte temperature estive e armonizzando il paesaggio delle città eccessivamente cementificate. Infine, la capitozzatura mette in pericolo la vita degli alberi stessi e a rischio l’incolumità dei cittadini, poiché i tagli radicali indeboliscono il tronco che può cadere rovinosamente con i primi venti.
Montegiordano: no al taglio pineta, avviata petizione
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