“In relazione alle decisioni adottate dal Tar Catanzaro in materia di chiusura o apertura delle scuole e specialmente in riferimento ai decreti cautelari emanati dal sottoscritto recanti sospensione dell’efficacia delle ordinanze regionali e sindacali adottate rispettivamente dal presidente f.f. della Regione e da alcuni sindaci per i quali è emersa, ripetutamente, sorpresa o stupore per la velocità con cui il Tar avrebbe adottato le ben note decisioni, occorre chiarire che tali moti di sorpresa non avevano e non hanno alcuna ragion d’essere”.
È un passaggio della relazione del presidente del Tar della Calabria, Giancarlo Pennetti, redatta in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario che, a causa della pandemia, non si è potuta svolgere in presenza, sul dibattito avviato in merito alle decisioni adottate a seguito di ricorsi su ordinanze contingibili e urgenti in materia di sospensione della didattica.
“Il decreto cautelare presidenziale – ha aggiunto il presidente Pennetti – è un atto giurisdizionale, previsto dall’articolo 56 del codice del processo amministrativo, adottato monocraticamente – e quindi in assenza di collegialità, dal Presidente della sezione incaricata di decidere una data controversia, al di fuori di qualsiasi udienza strettamente intesa e di qualsiasi altro vincolo diverso da quello previsto dalla norma processuale”.
E la norma processuale, è scritto ancora nella relazione , “non solo consente ma, nella sostanza, sollecita, come è naturale che sia in tema di poteri cautelari di natura giurisdizionale, una decisione da adottare in tempi ragionevolmente rapidi”. “Non è pertanto inutile rassicurare – ha sostenuto ancora il presidente Pennetti – quanti hanno mostrato sorpresa, in qualche caso per la verità non solo quella, per la velocità decisionale ‘del Tar’: tale rapidità è prassi normale ogni qual volta pervenga, da chiunque presentata, una istanza recante richiesta di misure cautelari monocratiche provvisorie, quale che sia il provvedimento amministrativo impugnato, l’autorità che lo ha adottato, il contenuto di esso nonché la tipologia o la portata degli interessi in gioco”.
Tar, in 2020 meno ricorsi per effetto pandemia
La pandemia esplosa nei primissimi mesi del 2020 e proseguita per tutto l’anno, ha ridotto il numero di ricorsi presentati al Tribunale amministrativo regionale di Catanzaro. Questo quanto emerge ancora dalla relazione. Il documento, a causa delle limitazioni imposte dalla situazione epidemiologica è stato reso pubblico nell’impossibilità di leggerlo nella tradizionale cerimonia in presenza. Sono stati 1597 i ricorsi presentati nell’ultimo anno, in luogo dei 1962 del 2019, con un calo di 365. “La diminuzione – ha spiegato il presidente Pennetti – riguarda in particolare due voci importanti: le ‘autorizzazioni e concessioni’ e le ‘esecuzioni del giudicato’. Rispetto all’anno precedente la prima materia registra 85 ricorsi in meno mentre la seconda ne conta 108 in meno. E’ pure significativo il calo dei ricorsi di ottemperanza in quanto rimanda sia alla persistente grave situazione finanziaria di non pochi enti locali calabresi, sia a quella, di diversi enti sanitari, Asp. e aziende ospedaliere.
Per stare alle materie – ha aggiunto il presidente Pennetti – si pensi ai ben 61 ricorsi presentati nel 2020, a fronte dei 9 del 2019, di impugnativa di ordinanze contingibili ed urgenti. Trattasi di controversie inerenti l’impugnativa d’una congerie articolata ed eterogenea di provvedimenti fra le quali rientrano sia l’ordinanza regionale che consentiva in Calabria la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto, sia quella, sempre regionale, che disponeva l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale a carico di alcune categorie di soggetti, sia quelle che, specialmente nei primi mesi di lockdown, disponevano misure di isolamento domiciliare per ragioni sanitarie e sia quelle che, sempre adottate all’insegna dell’emergenza epidemica, hanno interessato il tormentato tema delle scuole, soprattutto materne, elementari e medie, sotto il ben noto profilo inerente la didattica che, secondo sindaci e presidente di regione, per ragioni di contenimento del diffondersi dell’epidemia, avrebbe dovuto essere effettuata ‘a distanza’, cioè mediante collegamenti telematici fra docente e alunni e non in presenza. I decreti cautelari presidenziali sono stati infatti ben 276 a fronte dei 142 del 2019 mentre le ordinanze cautelari sono state 420 a fronte delle 381 del 2019”.