Venerdì prossimo, nell’area cimiteriale di Armo, frazione di Reggio Calabria, si terrà la consegna alla città delle tombe per i migranti e i poveri realizzate grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. La cerimonia, promossa dall’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova e Caritas italiana, si pone a conclusione di un cammino intrapreso nel giugno 2016, mese in cui in riva allo Stretto furono accolte 45 salme di migranti morti durante la traversata del Mediterraneo.
Per questo, venerdì, dopo l’introduzione della direttrice della Caritas diocesana di Reggio Calabria – Bova, Maria Angela Ambrogio, si terrà una testimonianza dei volontari del Coordinamento diocesano sbarchi che sono impegnati in prima linea nell’azione di accoglienza di quanti giungono sulle coste reggine. Il programma prevede poi l’intervento di don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, Carmelo Versace, sindaco ff della Città metropolitana di Reggio e Paolo Brunetti, sindaco ff del Comune. A concludere gli interventi sarà il prefetto Massimo Mariani. Momento centrale della cerimonia la preghiera che l’arcivescovo metropolita di Reggio-Bova e presidente della Conferenza episcopale calabra, mons. Fortunato Morrone guiderà assieme a fratelli di altre religioni.
“Il cimitero delle vittime del mare e degli ultimi della città – è scritto in una nota – insiste su un terreno comunale ed è stato concluso grazie a un progetto nazionale di Caritas italiana sostenuto dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica.
I lavori sono stati realizzati dalla ditta reggina Sealand Srl con la supervisione tecnica dell’Ufficio tecnico diocesano diretto da don Domenico Morabito. Inoltre, a sostenere l’opera si è attivata una raccolta fondi promossa dall’attivista Martin Kolek ed altri volontari impegnati nel salvataggio in mare dei naufraghi”.
Al cimitero le tombe “non saranno più anonime e anche dopo la vita terrena la dignità dei poveri e degli ultimi sarà rispettata – spiegano dalla Caritas diocesana -. I lavori hanno consentito di rendere l’area dignitosa, bella. Il cimitero diventerà il simbolo di una città che accoglie, di una comunità che non ha confini e che riconosce in ogni uomo, un fratello, senza distinzione alcuna”.