Le sepolture rinvenute durante gli scavi effettuati nell’area di via popilia a Cosenza sono riconducibili alla città dei morti della Consentia di età imperiale. Lo chiarisce la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cosenza che come promesso informa sullo stato dell’arte delle ricerche in corso seguite alla scoperta effettuata nel mese di maggio scorso quando è stato avviato un intervento di archeologia urbana.
Il ritrovamento conferma che il tessuto della città moderna si sovrappone in parte a quello del centro di età imperiale, che un tempo deve essere stata anche la “capitale” dei Brettii.
Il cantiere archeologico, con il finanziamento di E-distribuzione azienda che stava effettuando gli scavi, ha permesso di indagare, conoscere e tutelare parte di una più estesa necropoli, che ha restituito dati interessanti per la storia della città.
Lo scavo archeologico, condotto sotto la direzione scientifica del Soprintendente ABAP di Cosenza, Paola Aurino, e la supervisione scientifica di Giovanna Verbicaro, funzionario responsabile di territorio, è servito a portare alla luce e tutelare sei sepolture, sia con rituale ad inumazione sia ad incinerazione.
Lo studio delle sepolture e dei corredi da parte della Soprintendenza contribuiscono ad arricchire il quadro delle presenze sulla Consentia di età imperiale. Da una prima analisi dei corredi funerari che accompagnavano gli individui deposti nelle tombe, è possibile collocare le sepolture in un intervallo di tempo che si data tra il II ed il IV secolo d.C., e riconoscere una articolazione interna dello spazio funerario per fasi cronologiche.
La soprintendenza di Cosenza sta predisponendo ogni atto utile al prosieguo delle attività di scavo e di studio delle sepolture in laboratorio, interventi di restauro e studio dei corredi, al fine di recuperare ulteriori dati utili alla conoscenza dell’area funeraria e dello spaccato sociale che essa rappresenta.